I motivi di tanto accanimento risiedono altrove. ( anonimo )
Nulla accade per caso ed infatti, tutto ciò che ad occhi attenti e menti ancora non residenti a “possibilandia” o che fanno seguire gli m&m’s alla carbonara perche’ la tele gli dice che sono nel “menu”, si è puntualmente verificato. La guerra d’invasione del capitale, attraverso gli esecutori multinazionali, complici i soliti basisti autoctoni, fatta di affabulazioni, seduzioni modaiole, ha, ad oggi, maldestramente tentato di mascherare, una pericolosa deriva oligopolistica, che ormai è sotto gli occhi di tutti.
Vado come sempre contro corrente non accodandomi alle greggi dei buon pastori e trovo, riferito ai tempi in cui viviamo, il Taxista, sia come singola impresa, che come categoria, l’ultimo dei baluardi resistenti ad un turbo liberismo voluto da pochi a detrimento di molti. Un paragone azzardato? Nemmeno per sogno! Gli ambulanti ad es. Iniziano anch’essi a venir sottoposti alla stessa cura, con medicine diverse, ma aventi lo stesso fine: precarizzare tutto e tutti per poter “rastrellare” i settori a costo zero, nell’ottica di azzeramento delle tutele, consegnandoli in poche mani che hanno dato vita ad un caporalato equiparabile a quello codificato, che stanno riuscendo, attraverso costanti opere di lobbying; che Italiano vorrebbe venisse chiamata con il suo vero nome; ad impossessarsi scientificamente di tutto ciò che può produrgli profitti, evitandogli spese.
Gli ” altri “, quelli che il taxista non lo fanno, al posto di farsi strumentalizzare da facili luoghi comuni indotti, dovrebbero sentirsi in dovere di solidarizzare con essi, non fosse altro per il semplice fatto che in Italia qualcuno continua a resitere allo strapotere multinazionale che ci vorrebbe tutti suoi servi proni, mentre altri, vi hanno già rinunciato ed in ciò i Taxisti rappresentano un po’ per tutti, anche per me, un esempio di vera resistenza 2.0
Mikaelaj Nusell da
http://blogintruder.blogspot.it
Ultima modifica: 30 Settembre 2016