I tassisti non ci stanno. Più che un servizio urbano il loro è diventato un dribbling giornaliero nella giungla dei tavoli apparecchiati a tutte le ore in centro storico. Con tutti i rischi e i disagi che ne conseguono. Domani mattina si incontreranno con il prefetto per mettere in chiaro i punti focali di una protesta che mette al centro la sicurezza e il servizio per la città, alla luce del rigoglio di posti a sedere che negli ultimi tempi sono spuntati come funghi sulle strade e nelle piazze cittadine, anche quelle nella Ztl. «Una premessa importante – dice Stefano Capperoni, presidente del consorzio tassisti lucchesi-: noi non vogliamo far guerra ai ristoratori. Ci mancherebbe altro, oltretutto lavoriamo nello stesso settore. Il problema è la mancata gestione, da parte del Comune, di questo nuovo assetto, che sta trasformando la città in una grande tavolata a cielo aperto. Ben venga, se questo è il concetto che il Comune intende perseguire».
«Ma noi tassisti – spiega Capperoni – siamo obbligati a svolgere il servizio urbano, altrimenti incorriamo in denunce e sanzioni. Non possiamo rifiutarci, ad esempio, di andare in via dell’Angelo Custode, così come in piazza San Salvatore, o in piazza San Francesco, via Cenami, via del Battistero un pò ovunque dove siamo costretti a fare slalom tra i tavolini, con il rischio di di investire un bambino che si sbilancia e cade da una sedia, di schiacciare il piede a qualcuno e di incorrere, come avviene, nelle proteste dei ristoratori perchè transitiamo troppo vicino ai tavoli. Il sindaco faccia un atto formale, una deroga, con la quale vieta certe zone al transito dei taxi. Invece il Comune neanche ci convoca ai tavoli, nemmeno ci riceve. Un muro di gomma. E non gestisce quello che è diventato un grave problema di sicurezza, e la causa di forte stress per chi come noi è ogni giorno alla guida».
I problemi non vengono mai da soli, si dice. Ed è vero. Quello con cui i tassisti si trovano a fare i conti quasi ogni giorno sono gli ubriachi da riportare a casa, e spesso non pagano la corsa. Così come molti extracomunitari. Poi gli «abusivi» che piovono in città per la bella stagione e negli eventi clou a succhiare linfa vitale a chi deve stare sul pezzo ogni giorno – per normativa e accordi con il Comune – , 24 ore al giorno. Le strade con le buche. Le bande di ragazzetti che si picchiano. «Noi siamo sulla strada ogni giorno, siamo il termometro della città – sottolinea il referente dei tassisti lucchesi – . Eppure ci sono voluti due anni perchè il Comune ci ascoltasse e sistemasse la fermata di fronte all’ospedale San Luca. Due anni per mettere un palo e un cartello. Sulla questione dei tavoli esterni alle attività nel centro storico le attese sono finite. Ci auguriamo che l’incontro con il prefetto possa aprirci porte finora rimaste chiuse e chiarire una situazione a vantaggio di tutti».
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Ultima modifica: 21 Ottobre 2016