Apertura del mercato a 360 gradi, con più spazio per Ncc e Uber e compensazioni per i tassisti. Con una segnalazione al Parlamento e al governo l’Antitrust sollecita una riforma del settore dei taxi, la cui regolamentazione risale ormai al 1992, dunque ad un’era tecnologica decisamente lontana.
L’Authority guidata da Giovanni Pitruzzella chiede un sostanziale alleggerimento delle regole esistenti. I tassisti con licenza dovrebbero avere una maggiore flessibilità operativa, in materie come i turni, mentre per il guidatori del settore Noleggio senza conducente (Ncc ) cadrebbero le attuali barriere territoriali, che limitano ad esempio il servizio al di fuori del Comune di appartenenza.
Un percorso di questo genere aprirebbe spazi anche a servizi innovativi come Uber. Per le piattaforme digitali che impiegano autisti non professionisti (come Uber Pop) l’Antitrust suggerisce – a tutela della concorrenza come della sicurezza stradale – una regolamentazione che però non sia invasiva: sostanzialmente l’istituzione di un registro pubblico e l’individuazioni di requisiti ed obblighi, anche sul piano fiscale.
L’incremento dell’offerta andrebbe a beneficio degli utenti ma avrebbe qualche impatto sui tassisti in attività: per alleviarlo, l’Antitrust suggerisce forme di compensazione attraverso un fondo che sia finanziato dai nuovi operatori e dai maggiori introiti fiscali. Tutte queste indicazioni potrebbero essere raccolte dal governo che dopo le proteste delle settimane scorse si è impegnato a dare nuove regole.
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Ultima modifica: 10 Giugno 2021