Comunicato alla Categoria
In seguito alla circolare del Ministero degli Interni del 28 febbraio u.s., ci pare quanto mai azzeccata la presa di posizione del Parlamentino di Firenze del 7 marzo, con cui alzavamo il livello di attenzione della Categoria, ipotizzando l’extrema ratio della mobilitazione nazionale. Se in quei giorni quel documento inviato dalle sigle firmatarie (CONFARTIGIANATO TAXI – FAST TPLN – FITA CNA – LEGACOOP – MIT – ORSA – SATAM – SILT – UNICA TAXI CGIL – UTI – URI – URITAXI – USB) al M.I.T., lasciò interdetta la maggioranza degli operatori taxi, oggi i più sono invece già sul piede di guerra. Quando a tradirti è chi ritenevi vicino alle tue istanze – istanze di legalità, di giusto premio a chi da sempre opera nelle regole nell’attesa che arrivi qualcuno che faccia finalmente giustizia – ma poi ti ritrovi una sorta di gioco delle tre carte, dopo, fra l’altro, aver smantellato mezze regole come mai prima era successo, allora il rischio è che venga meno la fiducia nello stesso Stato di diritto e che l’anarchia, il “vaffa!” alle regole, prenda, nonostante il senso di responsabilità di sindacati e operatori onesti, il sopravvento.
La circolare ministeriale è grave perché violando il principio legislativo per cui gli effetti del decreto legge convertito sono confermati dalla legge di conversione con decorrenza dal momento dell’entrata in vigore del decreto legge e non della legge di conversione, ha aperto una sanatoria per i contratti siglati fino al 29 gennaio 2019, quando il decreto legge era già stato approvato da oltre un mese. A tal riguardo, non si può sapere se trattasi di errore tecnico di chi ha scritto la circolare o di “errore” politico. La circolare è grave perché dà una serie di interpretazioni “combinate” dimentiche del primus per cui si sia comunque di fronte ad autorizzazioni comunali. La circolare è grave perché grazie a tutto questo, avvantaggerà anche quelle multinazionali verso cui vergognosa disponibilità la stessa maggioranza “sovranista” (purtroppo, almeno per quanto concerne il nostro settore, tale solo a parole finora) aveva già dato – si rammenti la convocazione di quelle straniere (americane, tedesche, francesi), portatrici di interessi specifici e non diffusi, con l’ancor più odiosa dimenticanza delle app italiane, indigene (“SOVRANE!” verrebbe da urlare), nonché di tutti i radiotaxi italiani operanti da circa mezzo secolo nel pubblico interesse e senza aver mai giovato di un minimo di pubblico sostegno -.
Alla luce di tutto ciò, una convocazione ministeriale si fa quanto mai urgente, in quanto restiamo convinti che la soluzione sia politica più che giudiziaria (lo sfortunato precedente su “Uber Black” dovrebbe aver insegnato qualcosa), perché quando fai causa a chi controlla il potere legislativo ed esecutivo, e può condizionare quello giudiziario, allora ti piace perdere facile. Se questa convocazione, come già indicato nel documento del 7 marzo, non avvenisse entro il 22 di questo mese, i Tassisti Italiani avvieranno un periodo di mobilitazione perché la stagione della nuova fiducia nelle Istituzioni sarebbe già giunta al suo termine.
Claudio Giudici
Presidente Nazionale Uritaxi