Il fenomeno è in aumento: automobili immatricolate all’estero per poter sfuggire alle multe grazie alla targa straniera.
A favorire questo tipo di evasione è quasi sempre la difficoltà nel reperire i proprietari del veicolo, complici molto spesso anche autorità estere non proprio inclini a diffondere i dati dei propri cittadini morosi. Risale a pochi giorni fa il caso di un cittadino straniero che si era premurato di pagare una multa al Comune di Lerici con cinquant’anni di ritardo: meglio tardi che mai, si potrà dire, quello che conta è la buona fede.
Buona fede che però non è sempre tale, come dimostrano i (numerosi) casi di cittadini che si recano all’estero per immatricolare il proprio veicolo: assicurazioni meno costose e tasse praticamente inesistenti, certo. Ma anche la speranza di scampare a multe che difficilmente riusciranno a raggiungerli. Il Secolo calcola che questi casi rappresentino almeno il 10% di tutti i veicoli con targa straniera in circolazione.
Certo, ci sono nazioni più “collaborative” in questo senso, come la Germania, l’Austria e la Spagna, e altre meno disposte a cooperare con le nostre autorità, come accade nel caso della Svizzera e della Francia.
Il trend resta comunque in costante espansione, come dimostra la fioritura di siti Internet dedicati, allo scopo di snellire le pratiche per immatricolare il proprio veicolo all’estero: la destinazione più gettonata, stando alle statistiche, sarebbe la Bulgaria.
Fonte: Il Giornale
Ultima modifica: 11 Settembre 2014