Negli anni abbiamo sempre sostenuto le due figure dominanti del nostro settore e della relativa normativa: la FIGURA ARTIGIANA del tassista e quella delle COOPERATIVE con cui i tassisti hanno organizzato i loro enti economici. Abbiamo visto di buon occhio le unioni a livello nazionale, consortili e tecnologiche, che nel tempo i tassisti, attraverso le cooperative, sono riusciti a creare. Abbiamo visto negli ultimi tempi, addirittura emergere tecnologie la cui proprietà intellettuale è degli stessi tassisti. Un caso unico a livello mondiale! Questa grandissima capacità imprenditoriale, espressione della concezione collaborativa insita alla cooperazione, messa a beneficio comune della comunità dei tassisti, caratterizza il MODELLO TAXI ITALIANO.
Se tutto questo abbiamo sostenuto e continuiamo a sostenere, abbiamo invece combattuto e combattiamo abusivismo e multinazionali. Circa queste ultime, non ci è mai interessato porla in meri termini di legalità, quanto piuttosto evitare che i tassisti compissero passi che poi li mettessero sotto il controllo delle multinazionali.
Uritaxi è un sindacato di rappresentanza dei lavoratori, e dunque non fa accordi per il dispacciamento corse, ma ha il diritto ed il dovere, come sempre fatto, di dire cosa pensa su tutto ciò che riguarda la vita del nostro settore.
Abbiamo criticato quei radiotaxi che non si sono opposti alla logica, secondo noi illegittima, della richiesta dell’Antitrust dell’abbandono della clausola di non concorrenza adottata dalle cooperative e dai consorzi, prevista dal nostro ordinamento giuridico per ogni settore economico che volesse farne ricorso. Abbiamo sostenuto e plaudito, anche di recente, quei radiotaxi che invece a ciò non si sono piegati in sede giuridica, politica, economica. Abbiamo ritenuto e continuiamo a ritenere non lungimirante aprire all’intermediazione delle multinazionali, di fatto consentendo l’assorbimento del portafoglio clienti dei tassisti e dei loro enti economici. Siamo stati lieti del ritorno sui propri passi da parte di quei leader sindacali che invece, in un primo momento, si erano abbandonati al (repellente) richiamo delle offerte delle multinazionali.
Noi restiamo di questo avviso: accordi commerciali con le multinazionali, fatti direttamente dai tassisti o dai loro enti economici, producono un destino nefasto che non è già scritto, ma che possiamo e dobbiamo evitare di scrivere noi. Ispirati invece dalla nostra Costituzione, sociale, cooperativa e creativa, senza conformarci all’antagonista modello individualista, competitivo e speculativo, dobbiamo e possiamo costruire noi un futuro migliore, dignitoso e proficuo.
L’accordo ItTaxi-Uber di cui si parla in queste ore, ha un molteplice livello di analisi: commerciale, strategico, politico. Il livello commerciale, che non conosciamo in dettaglio, per quanto potrebbe esser anche ben strutturato, a noi non interessa se soccombe di fronte agli altri due livelli. Infatti, quell’accordo sdogana definitivamente le multinazionali, proprio come stanno facendo quei radiotaxi che troppo presto si sono piegati a Freenow, di fatto contribuendo a frustrare la capacità di resistenza e la dignità del lavoro indipendente dei tassisti italiani. Sul fronte politico, anche alla luce della partita ancora aperta sul ddl concorrenza, quell’accordo pregiudica molte argomentazioni utili a difendere il settore dall’assalto delle multinazionali; due su tutti: come potremo denunciare il tentativo di certa politica di svendita del settore ai processi speculativi multinazionali, se noi stessi ci facciamo accordi? Come potremo parlare di una tariffa amministrata a tutela dell’utenza e del lavoro?
Sappiamo delle difficoltà che si registrano in alcune grandi città italiane, dove di fatto le flotte taxi oramai sono due: da un lato quella bianca dei taxi, dall’altro quella nera e abusiva degli n.c.c. utilizzati come taxi. Nonostante questo, crediamo che il nostro mondo professionale non si limiti ad un freddo equilibrio tra ricavi e costi d’impresa, ma sia fatto primariamente di valori ideali: l’autonomia e la libertà, la dignità lavorativa, la solidarietà e la mutualità, lo spirito di servizio e addirittura la volontaria gratuità. Sappiamo che il contro-modello delle multinazionali sia la negazione di tutto ciò. Per quanto sia difficile e forse utopico, noi preferiamo la dignità di una battaglia unitaria, che siamo convinti essere dalla parte giusta, piuttosto che un comodo accordo con quei soggetti multinazionali che una cultura e una politica malate vorrebbero far divenire controllori anche della nostra clientela, della economia, della normativa del settore taxi.
Per tutto questo, Uritaxi è contraria all’accordo ItTaxi-Uber ed invita questa grande rete d’imprese dei tassisti a ripensare questa scelta.
Il Direttivo nazionale Uritaxi