Roma, 8 luglio 2022 – Niente da fare, l’incontro con il viceministro Teresa Bellanova si è “purtroppo risolto in una fumata nera”. “Ci ha salutato battendo i pugni sul tavolo – spiega Claudio Giudici, presidente nazionale Uritaxi – ma siamo certi non ce l’avesse con noi. Comprendiamo lo stato d’animo della viceministro, immagini lei lo stato di frustrazione degli operatori del settore che attendevano la conclusione della riforma del 2019, vengono da due anni di reddito zero, e nelle ultime settimane hanno perso, chi l’appetito, chi il sonno, chi è entrato in uno stato di vera e propria depressione”. “D’altra parte – prosegue Giudici – il viceministro si rende conto della questione delicata che rappresentiamo: da un lato operatori seri la cui sostenibilità economica è appesa ad un filo, dall’altro multinazionali e abusivi vari. Non si dica però che noi non si voglia mediare, perché già l’aver dato disponibilità a sederci per migliorare normativamente il settore, quando serietà istituzionale avrebbe imposto semplicemente di produrre i decreti tanto attesi, è la dimostrazione di altro. Gli operatori del settore e le loro rappresentanze sono sempre stati naturalmente inclini al miglioramento del servizio e allo sviluppo tecnologico e lo dimostra la qualità che oggi il settore esprime. E’ però una qualità che si riesce ad esprimere proprio grazie ai cardini costituzionali sui quali il nostro settore si regge: artigianato, cooperazione, distribuzione del reddito tra piccoli imprenditori”. “Se oggi il settore – ribadisce Giudici – ha il valore che ha, è proprio grazie ai 160milioni di euro ogni anno investiti dai lavoratori in tecnologia, professionalità, lavoro dipendente degnamente retribuito, marketing. E’ chiaro a tutti che una delega non possa essere assegnata con la complicità delle stesse rappresentanze sindacali perché la riforma di fatto è in mano ad un professore che non ha mai voluto bene a questo settore e che da sempre auspica che i taxi siano, parole sue, guidati da ‘immigrati marocchini’.
“Resta quindi la disponibilità degli operatori del settore e delle loro rappresentanze all’ammodernamento e a migliorare anche aspetti normativi, ma deve trattarsi di un ammodernamento che passi attraverso il Parlamento e che sia autenticamente orientato a migliorare il servizio e la qualità del lavoro e non a consegnare anche questo asset produttivo ad un paio di multinazionali straniere. Intanto – conclude Giudici – prosegue la mobilitazione dei tassisti”.
Ultima modifica: 8 Luglio 2022