È guerra aperta a Parigi fra tassisti e noleggiatori di auto con conducente. Migliaia di taxi hanno bloccato le strade della capitale francese, con l’ennesima “operazione lumaca”, per protestare contro il crescente successo delle auto nere di Uber o di SnapCar, che catturano sempre più clienti con le loro app geolocalizzate.
In una città dove c’è penuria di taxi come Parigi (2,6 per ogni mille abitanti, contro 8,5 a Londra e 6,5 a New York), trovare un’auto a noleggio con conducente via smartphone funziona ormai molto meglio delle infinite attese telefoniche per un taxi normale. Basta aprire l’app per controllare le auto che ci sono nelle vicinanze e chiamarne una con un clic. È quindi naturale che i noleggiatori di auto con conducente stiano guadagnando terreno sui taxi, pur restando per ora una minoranza: meno di 10mila macchine in tutta la Francia, contro 50mila tassisti.
IN MOLTE CITTA’ – Il problema non è solo parigino: anche a Milano e in altre città europee la penuria di taxi induce a trovare soluzioni alternative. Ma la lobby dei tassisti resiste con ogni mezzo alla liberalizzazione delle licenze e reagisce con violenza al successo dei noleggiatori, accusandoli di concorrenza sleale. A Parigi, lunedì è stata una giornata campale. Il blocco è cominciato già dalle 8 del mattino a partire dai due aeroporti principali: centinaia di taxi hanno picchettato le uscite da Roissy e da Orly verso il centro, bloccando le auto considerate illegittime con lanci di vernice, colpi di punteruolo agli pneumatici e in alcuni casi vetri sfondati. L’attacco non si è rivolto solo ai noleggiatori, ma si è allargato ai passeggeri, colpevoli di utilizzare le auto dei concorrenti.
ANCHE CONTRO I PASSEGGERI – In alcuni casi i passeggeri hanno subito ferite da taglio per i vetri rotti. «Prima ci hanno gettato addosso della vernice, poi hanno infranto un vetro, hanno tagliato una gomma e hanno tentato di aprire le portiere, ma l’autista è riuscito ad accelerare e dopo dieci minuti ci siamo fermati in autostrada per cambiare la gomma a terra», racconta Renaud Visage, un imprenditore che era con la sua compagna a bordo di una delle auto di Uber attaccate dai tassisti all’uscita dall’aeroporto Charles de Gaulle. «Altri passeggeri hanno avuto meno fortuna di noi e sono stati tirati a forza fuori dalla macchina. Non so come siano finiti. Sull’autostrada ho visto diverse auto macchiate di vernice, ferme sul bordo della strada per cambiare le gomme», ha riferito Visage, che intende sporgere denuncia. Gli attacchi dei tassisti in sciopero si sono susseguiti lungo le autostrade d’ingresso in città, non solo contro le auto a noleggio con conducente, ma anche contro i tassisti che non prendevano parte ai blocchi. Sull’autostrada A1, da Roissy a Parigi, i tassisti che bloccavano una corsia si sono scatenati in una sassaiola contro i colleghi che passavano sull’altra corsia con dei clienti a bordo. A Porte Maillot, vicino alla fiera, ci sono stati anche scambi di pistolettate fra una trentina di tassisti e i noleggiatori concorrenti. Verso le 11.30, centinaia di taxi hanno cominciato a muoversi a passo di lumaca verso il centro, intasando le autostrade in entrata, per convergere sull’Esplanade des Invalides, poco lontano dalla Tour Eiffel, dov’erano già in attesa centinaia di colleghi. Le forze dell’ordine hanno tentato d’intervenire per sbloccare gli ingressi in città e alla fine sono riusciti a riaprire la A106, in entrata da Sud, ma i disagi continuano anche nel pomeriggio. Il conflitto si è allargato anche ad altre città: Marseille, Bordeaux, Montpellier e Lione. Bloccando delle città intere, fino ad oggi la lobby dei tassisti ha ottenuto quasi tutto quello che chiedeva.
IL NODO LICENZE – Come in Italia, anche in Francia un timido tentativo di liberalizzare le licenze è stato bloccato due volte, prima sotto il governo di Nicolas Sarkozy e poi nel febbraio scorso. Il governo Hollande ha perfino accolto la richiesta di imporre un ritardo artificiale di 15 minuti a ogni chiamata di auto a noleggio con conducente, entrato in vigore il 1° gennaio. Per ora, però, il ritardo imposto non viene rispettato da nessuno, anche perché è molto difficile per le forze dell’ordine accedere ai tabulati delle chiamate e punire chi contravviene alla nuova normativa. Ma i tassisti non si arrendono. Anzi, chiedono di allungare a mezz’ora il ritardo imposto dal momento della chiamata, sostenendo che le auto a noleggio con conducente non hanno il diritto di muoversi verso il prossimo cliente mentre sono già in circolazione: dovrebbero ritornare alla centrale e poi ripartire da lì. In pratica, la richiesta è di annullare i vantaggi introdotti dalle nuove tecnologie, facendo tornare indietro il servizio all’epoca pre-Gps. I noleggiatori si difendono a colpi di ricorsi. La compagnia francese Allocab ha fatto ricorso oggi al Consiglio di Stato contro il decreto che impone il ritardo, affermando che la diffusione sul mercato delle auto a noleggio con conducente “potrebbe riequilibrare la domanda e l’offerta” in questo settore, soprattutto nella regione parigina.
UBER SOPRA TUTTI – A livello globale, l’azienda vincente è Uber, pioniera delle app per smartphone, che hanno contribuito a cambiare una sistema finora impermeabile all’innovazione. A fine 2013, la start-up di San Francisco, in cui Google ha investito 258 milioni di dollari lo scorso agosto, aveva già messo a segno 200 milioni di dollari di utile. In una sola settimana, ormai, quasi mezzo milione di persone nel mondo utilizzano i suoi servizi, con una media di 2 corse per cliente. Il prezzo medio di una corsa con le auto Uber è di 25 dollari, poco più di 18 euro.
Fonte: Corriere della Sera
Ultima modifica: 16 Gennaio 2014