Riconosciamo l’atto di sensibilità politica compiuto dal Ministro Urso, nel presentarsi di fronte alle rappresentanze dei tassisti che ieri erano riuniti in presidio di fronte al M.i.m.i.t., dopo il suo incontro con i vertici di Uber. Negli anni, più volte, ci è capitato di essere accolti dal vice del vice della segreteria, e noi siamo abituati ad apprezzare chi rispetta, mettendoci la faccia, le persone che rappresentiamo. Nonostante ciò, il Ministro si è però abbandonato a riversare sui tassisti la possibilità di disagi che – facciamo i facili profeti – anche questa estate si verificheranno con la viabilità che si ritrovano le principali città italiane. I tassisti ieri erano in presidio per ricordare al M.i.m.i.t. ed al Governo che aspettiamo dei decreti attuativi seri che consentano di fermare i fenomeni di abusivismo, marcare in modo netto l’attività di taxi e NCC, e, per dirla con la Corte Costituzionale, “evitare interferenze tra queste due attività (NCC e taxi) anche tramite il contrasto dei diffusi comportamenti abusivi presenti nel settore” (punto 5.4 sentenza 56/2020). Ciò che purtroppo stiamo leggendo non va ancora in questa direzione e quando si incontra Uber che da sempre richiederebbe che gli NCC a tariffa libera acquisiscano i servizi direttamente su strada, le preoccupazioni dei tassisti sono più che motivate.
Non spetta ai tassisti trovare soluzioni, differentemente da quanto detto dal Min. Urso, se non per quanto ad essi compete: essere presenti sul lavoro e servire professionalmente l’utenza. A questo, da sempre, i tassisti grazie al sistema delle cooperative hanno sempre fornito gratuitamente alla cittadinanza un’infrastruttura tecnologica invidiataci nel mondo, fatta di sistemi di chiamata telefonica, di messaggistica, di applicazioni, nel rispetto del servizio pubblico e della tariffa amministrata. Differentemente, spetta all’amministrazione pubblica, in particolare locale, creare le precondizioni di viabilità e amministrative affinché tutto questo eco-sistema creato dai tassisti non sia pregiudicato da un’infrastruttura di base “terzomondizzata”. Solo ieri a Roma, per muoversi verso Porta Pia, mentre i navigatori indicavano tempi di percorrenza di sei minuti, il tempo reale impiegato per la stessa tratta, è stato di venti minuti. La stazione Termini è in fase di rifacimento, così, se l’utenza non ha al momento spazi idonei per distribuirsi in coda, i taxi non ne hanno per posizionarsi in attesa dell’utenza.
Il Ministro Urso ci ha chiesto proposte: il d.l. “asset” di cui lui è stato co-autore prevede al suo art. 3 punto 8 che “entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, è stipulata apposita intesa in sede di Conferenza unificata per l’individuazione di soluzioni di regolazione del traffico e di corsie preferenziali nelle aree urbane, finalizzate ad accelerare la velocità commerciale dei servizi taxi”. Di giorni ne sono passati almeno duecentoquaranta, ma di questo corretto input del Governo, non se ne è saputo più niente. Invitiamo il Governo a convocare quanto prima la Conferenza Stato-Regioni.
Claudio Giudici
Presidente nazionale Uritaxi