Egr. dott. Aldo Cazzullo,
se è vero che il mondo del lavoro, sia quello storicamente senza protezione come quello autonomo, sia quello dipendente sempre meno protetto, si spostino progressivamente dai democratici ai repubblicani, mi lasci esprimere forti dubbi sul fatto che gli autisti di Uber guadagnino bene. A New York, dove, sicuramente con qualche motivazione, la stragrande maggioranza dei tassisti non lavora per Uber – e si sono dotati di una loro app, ben più tardivamente dei tassisti italiani che hanno loro tecnologie da sempre (radiotaxi ed app come Taxi Move, AppTaxi, BTaxi, ecc.) – gli autisti Uber e Lyft erano in protesta anche a luglio scorso. Dispiace che costantemente venga mal rappresentato il servizio taxi italiano dentro una tamburellante narrazione che ha poco a che fare con la realtà. Al di là di raffronti errati della stessa Autorità di Regolazione dei Trasporti, dove si compara un servizio taxi comunale come quello italiano, ad un servizio taxi regionale come quello spagnolo, sono le indagini demoscopiche a dirci se davvero manchino auto pubbliche in Italia. Circa queste, a parte quella che noi abbiamo totalmente contestato di Competere.eu-Youtrend del marzo 2022, di cui esisteva solo un comunicato stampa, ma di cui non è mai stata resa pubblica la ricerca, ricerche ben più recenti e totalmente pubbliche come quelle di Adnkronos-Emg Different dell’ottobre ’23 che dava un indice di gradimento dei taxi italiani del 71%, oppure quella più corposa di Uritaxi-Lab21.01 del febbraio ’24 che non solo dava un indice di gradimento dell’84%, ma ci diceva che entro 6 minuti dalla ricerca/chiamata l’86% degli intervistati ha un taxi, e che il 73% di loro ritenga il servizio taxi italiano migliore di quello estero.
Tuttavia, se la pretesa è quella di non avere mai attese taxi, la formula esiste e si chiama precarizzazione del lavoro: cioè avere tanti di quei taxi e di quei tassisti sempre in attesa, da farne crollare la sostenibilità economica. Ed anche Uber, sia chiaro, registra momenti di carenza di auto rispetto ai picchi di domanda, ma ha risolto questo sbilanciamento tra domanda ed offerta con l’asta algoritmica che, a riprova di questa carenza di vetture, fa impennare i prezzi al rialzo, doppi, tripli ed anche più rispetto ad una tariffa amministrata mostrata dal tassametro. Sicuramente non è questo che si vorrà, ma ho qualche dubbio invece sul fatto che non si voglia lo sfruttamento di tassisti a bassissimo costo per non avere mai qualche attesa superiore a 6 minuti nel 14% dei casi.
Claudio Giudici
Presidente nazionale Uritaxi
(Lettera a risposta della rubrica “Aldo Risponde” sul Corriere della Sera del 12 novembre 2024, dal titolo “Gli autisti di Uber trumpiani e quello con 23 anni di galera”).