«L’altro giorno una signora si è lamentata perché per andare da via D’Avalos all’ospedale il tassista del Cometa le ha chiesto una tariffa di 25 euro. Non potrebbero farlo, ma continuano a tenere il radiotaxi acceso e a prendere le chiamate invece di rimanere fermi alla stazione ad aspettare il loro turno così come prevede la delibera del Comune».
Così il presidente regionale di Uritaxi, Antonio Abagnale , interviene in merito al ricorso presentato dal legale rappresentante del Consorzio metropolitano taxista area Chieti- Pescara (Cometa) dinanzi al Tar, il Tribunale amministrativo regionale. I sette soci del Cometa Giuseppe Morrillo , Claudio Maccarone , Luigi Colalongo , Silverio Turacchio , Guido Giordano Salvati , Fabio Fazzolari e Antonio Viola , nei giorni scorsi hanno impugnato gli atti, i regolamenti, le delibere e le determine redatte dal 2009 ad oggi dal Comune per disciplinare il settore, a partire dai mesi successivi ai Giochi del Mediterraneo, quando è nato il consorzio allo scopo di incrementare l’operato dei colleghi del Consorzio tassisti Pescara (Cotape), chiedendo un risarcimento di 168mila euro e una somma in denaro per ognuno dei sette operatori. In attesa dell’udienza nel merito, in programma il 20 marzo, Abagnale prende le distanze dai colleghi del Cometa.
Al momento solo due taxi del Cometa lavorano su Pescara e quindi non riescono a coprire i turni per l’intera giornata come invece succede ai 38 del Cotape. «E’ un disagio non indifferente per gli utenti», spiega Abagnale, «il sabato pomeriggio ad esempio, c’è un turno scoperto dalle 14 alle 21. Questo vuol dire che se un cittadino si trova a piazza Salotto e senza saperlo chiama un taxi del Cometa, chiamando un numero che in maniera equivoca inizia per 0856, allora il centralino manderà un’automobile da Montesilvano o da Chieti per prelevare il cliente.
Il taxi arriverà con il tassametro acceso e quindi bisognerà pagare una tariffa elevatissima». Abagnale non si dice contrario a creare un’associazione unica che serva tutto il territorio di Pescara alle stesse condizioni, ma sottolinea la necessità di dotarsi di uno statuto unico che disciplini le regole internamente. «In Veneto lo hanno fatto», spiega, «e il servizio funziona alla perfezione perché c’è un numero verde unico per tutti gli utenti e, se non si rispettano le regole, è il consorzio a imporre al trasgressore lo spegnimento del radiotaxi».
Fonte: il centro
Ultima modifica: 4 Marzo 2014