Il centro di Milano semiparalizzato dal corteo di mille tassisti che hanno sfilato da piazza San Babila alla prefettura in corso Monforte.
I passeggeri in arrivo negli aeroporti di Linate e Malpensa e nelle stazioni ferroviarie costretti a usare mezzi pubblici o a trovare soluzioni alternative per la mancanza di auto bianche. E i principali parcheggi riservati ai taxi in città trasformati in presidi dai quali rilanciare la protesta contro il servizio Uber e la giunta Pisapia, accusata di «impegno insufficiente nella lotta all’abusivismo». Bilancio pesante, ieri, per lo sciopero dei tassisti milanesi.
La mobilitazione delle auto bianche per protestare contro la carenza di controlli sul servizio di noleggio con autista, tacciato di fare concorrenza sleale, ha infatti regalato a Milano una seconda giornata di caos dopo quella vissuta mercoledì per lo sciopero nazionale del trasporto pubblico locale. Al di là dei disagi per chi non ha trovato taxi in servizio, l’adesione totale allo stop dei tassisti, che dalle 8 alle 22 hanno garantito solamente il trasporto di donne incinte, persone malate e disabili, ha avuto ripercussioni anche sul traffico cittadino.
Un migliaio i tassisti che si sono ritrovati fin dalle 8 del mattino in piazza San Babila, da dove intorno alle 11.30 sono partiti in corteo, tutti a piedi al seguito di una decina di auto bianche, per raggiungere la prefettura. Qui i rappresentanti della categoria hanno incontrato il prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca, al quale hanno chiesto di intervenire per «garantire quel rispetto della legalità che il Comune di Milano non è riuscito a ristabilire. Il prefetto, ci ha assicurato piena disponibilità ad affrontare il problema in collegamento sinergico con enti locali, forze dell’ordine e rappresentanti della categoria», ha spiegato Pietro Gagliardi, delegato di settore dell’Unione artigiani della Provincia di Milano, «immaginando che da Milano possa partire un progetto finalizzato al miglioramento del servizio, a tutela della legalità».
Se ciò significherà un inasprimento delle misure contro Uber, che ieri ha replicato alla protesta dei tassisti abbassando del 20% le proprie tariffe e annunciando che «d’ora in poi tutte le volte che ci sarà uno sciopero dei taxi Uber abbasserà le tariffe del 20%, diventando ancora più accessibile», è però tutto da vedere.
«Il tema dell’abusivismo è ormai nazionale, quindi va affrontato a Roma, ed è per questo che le categorie si ritroveranno il 25 per predisporre una piattaforma da sottoporre al Governo», ha spiegato Raffaele Grassi del Satam-Cna. «Le regole peraltro ci sarebbero, ma bisognerebbe applicarle con rigore». Invece, quella di controlli più severi, fatta dal sindaco Pisapia e dell’assessore Maran ai tassisti, «è rimasta una promessa da marinaio», ha attaccato Riccardo De Corato, vicepresidente del consiglio comunale.
«La giunta non si assume la responsabilità di affrontare i problemi e lascia che i disagi li affrontino i cittadini, mentre è da maggio 2013 che Forza Italia ha formalmente invitato l’assessore Maran a effettuare controlli sulle attività di Uber», ha concluso Fabrizio De Pasquale, capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino.
Fonte: Libero Milano
Ultima modifica: 23 Marzo 2014