«Per San Pietro? 50 euro, con quelli lì paghi di più e poi guarda la fila, se hai fretta non arriverai mai in tempo!». «Quelli lì» per il conducente abusivo che ci ha adescato alla stazione Termini sono invece i tassisti regolari.
Le categorie del settore hanno calcolato una media di 13mila licenze di noleggio con conducente provenienti da fuori città (nel 56% dei casi si tratta di soggetti con residenza a Roma) contro le 1.025 autorizzate dall’amministrazione, anche rispetto ai 7.800 taxi romani ne circolano molti di più, gli «improvvisati», abusivi puri: in termini assoluti il mercato illegale ha dunque doppiato quello ufficiale.
Ci siamo finti «polli» e questa volta loro, gli abusivi, ci sono cascati. «Taxi, taxi?», a Termini si fanno pedanti già all’uscita della stazione. La conversazione diventa tragicomica. «Devo andare a San Pietro». Un tassametro regolare segnerebbe tra i 12 ed i 18 euro. «A San Pietro dove esattamente, Musei Vaticani o Conciliazione? Perché il prezzo cambia, sono più di due chilometri di distanza». «Musei Vaticani».«Allora 50 euro, la macchina è laggiù». Nascosta nelle vie laterali, vecchio trucchetto che evidentemente, in assenza di controlli, funziona ancora.
All’aeroporto di Fiumicino Il copione si ripete. «Taxi?», chi amministra il «traffico» ci spiega che «per Roma San Giovanni c’abbiamo i bussetti a 40 euro sennò questi altri qua a 48 (i taxi ufficiali, ndr) che sceglie?». Quando non sparano cifre stellari, giocano al ribasso, «vincendo» comunque il cliente. Trattiamo, 35 euro, a differenza però degli stranieri che salgono con noi, 40 euro per un tragitto più breve! Due infrazioni assieme visto il divieto di procacciarsi l’utenza nell’area aeroportuale (il cliente dovrebbe prenotare il servizio ed esibire il voucher) e di ìfare massa» quasi si trattasse di un bus: sull’Ncc eravamo in sei, partenza ore 12,32, prima tappa all’hotel Crowne Plaza sull’Aurelia Antica (scendono i giapponesi, nessuna ricevuta), poi Termini, arrivo a San Giovanni alle 13,57.
I regolari «istruiscono» i turisti coi cartelli appesi ai totem delle stazioni, «call a white regular taxi», invece l’invasione continua. Area pedonale di piazza della Repubblica, via della Consolazione a un passo dal comando dei vigili, piazza Venezia, via dei Fori, colonne di Ncc dalle targhe improbabili: Fondi, Greccio (Rieti), Castel di Lama (Marche), riconosciuto il principio della territorialità questi soggetti dovrebbero scaricare il cliente e tornarsene nel Comune di appartenenza, quello che gli ha rilasciato la licenza, invece lavorano su Roma. C’è anche il nodo dei portieri ìcomplici». Come ha spiegato in un report Agenzia per la Mobilità «il mercato è drogato perché il riconoscimento di una Royalty al portiere d’hotel produce l’aumento del costo ». Via Veneto, piazza Sallustio, via Vittorio Emanuele Orlando, 15 euro all’hotel per la chiamata e il costo per il turista lievita.
Fonte: il Tempo
Ultima modifica: 16 Aprile 2014