La guerra del trasporto pubblico tra ape calesse e tassisti, finirà con ogni probabilità con la vittoria della lobby più forte, quella delle auto bianche che conta in città su 300 licenze e che due sere fa ha assediato fino a tarda notte piazza Pretoria.
Il Consiglio comunale, ieri sera, si è riunito per elaborare la marcia indietro e stilare un documento (forse un ordine del giorno) per chiedere al dirigente dello Sportello unico, Paolo Bohuslav Basile, di non dare corso al bando che raddoppia le licenze per le motocarrozzette, portandole da quindici a trenta.
Pare che sulla decisione abbia inciso anche un caso di parentopoli che viaggia sulle tre ruote degli apecalessi: tra i quattro idonei del primo bando che non si sono però piazzati in posizione utile – le licenze erano solo 15 – ci sono anche due parenti di un consigliere comunale del Movimento 139, l’orlandiano Cosimo Pizzuto. Nella lista degli «idonei fuori graduatoria» c’è Rosario Pizzuto, il suo figlio trentenne. Ma c’è anche un L. Cricchio, del ’77, un suo nipote. «Per la verità è un nipote di mia moglie- dice Pizzuto-i ragazzi hanno fatto il loro percorso e io non ha partecipato alle votazioni dell’aula sul tema».
Certo è che la parentopoli delle motocarrozzette, rimasta sotto silenzio, cominciava a creare non pochi imbarazzi tra la maggioranza orlandiana: come giustificare la scelta del Consiglio comunale di procedere con scorrimento di graduatoriae secondo bando anche se il sindaco aveva firmato una nota con la quale metteva nero su bianco che di apecalessi a Palermo ne bastavano 15? Come giustificare la volontà della maggioranza di andare contro un indirizzo preciso del primo cittadino?
Alla fine, dunque, meglio tornare sui propri passi prima di scivolare su qualche buccia di banana. Perché si vocifera che tra le dodici nuove istanze presentate in risposta al secondo bando – i termini scadevano ieri sera – ci siano altri parenti: un’ipotesi che, al momento, è solo una chiacchiera, considerato che le buste con le candidature, sono ancora tutte sigillate e, con ogni probabilità, saranno cestinate. I tassisti già da tempo hanno dichiarato guerra ai concorrenti che offrono ai turisti un giro per la città più fresco – le motocarrozzette non sono automobili – e più tipico. Da tempo le cooperative denunciano che i conducenti non rispettano i paletti loro imposti e che invadono il loro campo.
Dal canto loro gli “ape calessisti” rivendicano la liberà di poter lavorare in quindici contro 300. Due sere fa in piazza Pretoria i tassisti c’erano tutti: a suonare coni clacson all’unisono per manifestare il proprio dissenso. In piazza non sono mancati attimi di tensione, ma alla fine pare che abbia vinto il coro di voci più potente anche se al momento, il bando per le altre quindici licenze è ancora valido. Sarà il dirigente del Suap, Basile,a dire l’ultima parola. Intanto il vice presidente del Consiglio comunale Nadia Spallitta di Mov 139- che ha seguito in prima persona la vicenda insieme con il consigliere Giulio Cusumano, Udc – chiede controlli sulle prime quindici licenze: «Occorre una verifica sulle autorizzazioni già concesse».
Fonte: Repubblica Palermo
Ultima modifica: 18 Aprile 2014