Dopo tre giorni ad alta tensione, ieri sulla vicenda è intervenuto il prefetto Paolo Francesco Tronca, che per placare gli animi ha paventato il blocco delle licenze, nel caso in cui il fronte degli “irriducibili” prosegua con gli scioperi bianchi.
Tuttavia i tassisti – la categoria ha più di dieci sigle sindacali – sono divisi, tra chi appunto vuole proseguire in tutti i modi le proteste contro Uber e quanti invece vorrebbero riprendere il servizio, rimandando il tutto allo sciopero della categoria in agenda per l’11 di giugno.
«È il momento di tornare a lavorare» è stato l’appello dei rappresentanti sindacali dei tassisti, dopo una mattinata ancora all’insegna delle proteste della categoria contro Uber, il servizio di noleggio con conducente che permette di chiamare una macchina con una applicazione per smartphone. Ma il pericolo che l’appello possa cadere nel vuoto è grande. La base è in rivolta e l’incontro di domani con il ministro alle Infrastrutture e Trasporti Maurizio Lupi e lo sciopero in agenda per l1 giugno non vengono ritenuti sufficienti.
Alla riunione in prefettura, a cui hanno partecipato una decina di sigle sindacali «non si è raggiunto un accordo – ha precisato il segretario di Satam-Cna Nereo Villa – ma il Prefetto ci ha comunicato che il Comitato per l’ordine e la sicurezza ha deciso di rompere gli indugi e non tollerare più la violazione delle norme di legge da parte di tutti, tassisti e noleggiatori».
II tassisti che interrompono il servizio commetteranno un reato perseguibile penalmente, mettendo a rischio, concetto, espresso dal Comitato per l’Ordine e la sicurezza che, presieduto dal prefetto Paolo Francesco Tronca, ha fatto sapere che sono a rischio le licenze in caso di nuovi scioperi bianchi. E domani in città ci sarà Lupi. «Al governo – hanno detto i rappresentanti delle sigle sindacali – chiediamo un intervento urgente per aumentare le sanzioni ai noleggiatori con conducente che lavorano contro la legge quadro 21 del 1992».
Molti tassisti presenti fuori dalla prefettura, invece, hanno chiesto «che venga chiusa subito l’applicazione Uber, almeno in attesa di avere regole certe perché lavorano illegalmente». A scatenare la rivolta in corso, la presentazione sabato scorso di un nuovo servizio della società, Uber Pop, a cui ha partecipato anche l’assessore alla Mobilità, Pierfrancesco Maran. Nelle notti scorse si sono verificate anche aggressioni e liti in città, in piazza Duomo e nei pressi della stazione Centrale.
Secondo quanto riferito dalla Polizia, un autista di Uber è finito in ospedale dopo essere stato aggredito da due tassisti che l’hanno offeso e colpito con schiaffi. Mentre in piazza Duca d’Aosta, in zona stazione Centrale, protagonisti sono stati un tassista, che si è finto cliente e un autista Uber che ha provato a investirlo in retromarcia: il tassista è finito all’ospedale Niguarda con una leggera contusione.
Anche un altro tassista risulterebbe ferito. I tassisti, insieme ai loro rappresentanti sindacali, hanno chiesto poi anche le dimissioni di Maran, «perché non ha saputo confrontarsi con noi e tutelare il nostro lavoro», e ieri in corteo sotto la sede del Comune, glielo hanno ribadito. In serata, in circa 200, hanno infine dato vita a un presidio in stazione Centrale.
Ultima modifica: 20 Maggio 2014