C’è un rapinatore. Un ladro. Un ricettatore. Un uomo condannato per gravi maltrattamenti in famiglia. C’è un truffatore. Ecco l’identikit dei tassisti sospesi.
Al momento sono sette le licenze bloccate dal Comune per mancanza dei “requisiti morali”, ma sono al vaglio della Camera di commercio 282 casi. E i tassisti scendono in piazza. Sit-in stamattina (ore 9) al centro direzionale davanti all’assessorato regionale ai Trasporti. «Non difendiamo i delinquenti, anche noi siamo felici se si fa pulizia- spiega Ciro Langella leader dell’Uti – ma ci sono anche casi di chi è stato truffato dalle false assicurazioni e per chiudere la pratica ha patteggiato sei mesi con pena sospesa o un marito che non ha passato gli alimenti alla sua ex moglie.
Ci sono casi di tassisti che lavorano da 30 anni in stradae rischiano di perdere il lavoro per delle sciocchezze. Le pratiche devono essere viste una ad una. Vogliamo regole chiare, nei requisiti morali bisogna indicare uno a uno i reati per cui viene ritirata la licenza.
Non si può rischiare il lavoro per un giorno di condanna e per reati che non hanno niente a che vedere con l’attività». La Camera di commercio però ha intensificato i controlli in vista del rinnovo quinquennale delle licenze.E dietro la dura presa di posizione dei tassisti c’è anche un braccio di ferro per il nuovo regolamento su cui sta lavorando il Comune e che dovrebbe essere pronto entro fine anno. Un regolamento che appunto si annuncia più restrittivo sui requisiti morali degli autisti dei taxi, servizio equiparato a un servizio pubblico.
Proprio dalle indagini svolte dagli uffici tecnici del Comune dietro le licenze sospese si rivela un sottobosco di piccole e grandi illegalità, ai danni degli utenti. I sette sospesi hanno pesanti condanne passate ingiudicato. Un tassista ha rapinato addirittura un cliente. Altri usano il taxi per spacciare droga. C’è chiè stato condannato per ricettazione. C’è chi ha dichiarato il falso pur di poter acquisire una licenza.
C’è una deriva che deve essere arginata. Nell’ultima tornata di controlli della polizia municipale, per esempio, sono state sospese licenze perché tassisti al lavoro sono stati trovati positivi al test per la cocaina e la marijuana. Le licenze a Napoli sono 2192. I tassisti sotto osservazione per mancanza dei requisiti morali sono una minoranza, circa 300. Alcuni in particolare sono noti alla Camera di commercio e al Comune. Si tratta di un gruppo, che spesso lavora la nottee che ha delimitato come territorio proprio – estromettendo i colleghi – i posteggi caldi come quello dell’aeroporto, della stazione e del molo Beverello.
Sono pochi e noti. Secondo i dati della commissione disciplinare del Comune il 95 per cento delle sanzioni (da 5 a 30 giorni di sospensione) arrivano dopo una segnalazione delle forze dell’ordine per maggiorazione della tariffa (alcuni casi si tramutano addirittura in vera e propria truffa), mancato avvio del tassametro, sostituzione alla guida di persona non autorizzata. Nel 2013 sono state elevate 400 sanzioni disciplinari.
E a essere sanzionati sono sempre gli stessi. Ora tra i sospesi c’è anche chi è pronto a passare la licenza al figlio o al fratello per aggirare le regole. Camera di commercio e Comune con questa stretta sui controlli, tentano di arginare proprio questo “strapotere” dei pochi. Ieri pomeriggio l’assessore comunale ai Trasporti, Mario Calabrese ha avuto una riunione tecnica con il dirigente del settore. E scende in campo anche l’assessore regionale, Sergio Vetrella che ha convocato un incontro per lunedì prossimo. «Dopo questo incontro – continua Vetrella valuterò l’esigenza di proporre alla giunta regionale una delibera, in tempi brevi, che possa meglio individuare i limiti entro i quali ricade il requisito richiesto, tutelando i tassisti e le loro famiglie, ma salvaguardando comunque i principi di moralità necessari allo svolgimento di un servizio così importante per tutti i cittadini».
Fonte: Repubblica
Ultima modifica: 16 Ottobre 2014