Dopo gli scontri di piazza di ieri a Torino (autisti Uber presi d’assalto, circondati da tassisti) si alza il tono sulla famosa app che offre passaggi su auto di classe. E il Ministro delle Infrastutture e Traposrti scrive addirittura ad Alfano spiegando che ormai la lotta Uber-tassisti “è un problema di ordine pubblico, da non sottovalutare“.
D’altra parte ormai Uber è una realtà anche da noi visto che è in Italia dal 2013 e operativa a Roma, Milano, Genova e Torino. Considerando quindi che la normativa di questo settore è roba dell’età della pietra (risale a 20 anni fa quando non esistevano le App) il minimo che ci si possa aspettare è uno scontro durissimo sul tema del servizio pubblico. Urge insomma una regolamentazione del settore (…)
(…) E da noi? Uber mette le mani avanti, scommette sull’Europa, pianificando per quest’anno un’espansione con più auto e anche assunzioni. Travis Kalanick, Ceo della società che offre un servizio alternativo ai taxi ha spiegato infatti che intende “stabilire una nuova partnership” con le città europee, portando sulle loro strade 400mila auto e creando 50mila posti di lavoro. Un “argomento” importante messo sul tavolo della diatriba. Ma lo scontro è solo all’inizio perché per la prima volta il numero uno di Uber attacca direttamente i concorrenti: “Queste regole – spiega – esistono solo perchè l’industria dei taxi sta cercando di proteggere se stessa”
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Ultima modifica: 22 Gennaio 2015