“Sì, certo. È un sollievo sapere che quell’uomo è stato arrestato. Ma la mia vita è rovinata per sempre”. Il volto della tassista romana picchiata, stuprata e rapinata a fine corsa, porta tutti i segni della violenza subìta. Ha il labbro storto e gonfio, un cerotto accanto al naso, uno zigomo tumefatto. Ma sono i suoi occhi piccoli e chiari a raccontare la sua umiliazione e il suo dolore. Guarda il taxi parcheggiato sotto casa sua mentre decide di rispondere alle domande, come se volesse lasciare chiuso lì dentro il ricordo di quel maledetto venerdì. (…)
Leggi l’articolo su Repubblica
Ultima modifica: 13 Maggio 2015