L’appuntamento con Simone Fracassini, «Parigi 48» (tassista dal 2008, dopo una vita da falegname, con
moglie, due figli, una suocera e un gatto a carico), è fissato alle 14 in piazza Stazione. Con lui verifichiamo la
rivendicazione che i tassisti avanzano, contro le inefficienze denunciate da Palazzo Vecchio (e da molti
utenti) del loro servizio: non è colpa dei pochi taxi, ma del traffico infernale della città stretta tra i cantieri, si
sono difesi. «Siamo disposti a sacrifici, ad allungare gli orari, ma di nuove licenze non vogliamo sentirne
parlare» dice Simone che aziona il tassametro, ingrana la marcia e si avvia verso il Gallery Hotel Art, in vicolo
dell’Oro, a due passi da Ponte Vecchio. Ma percorse poche centinaia di metri ecco già il primo intoppo:
piazza Stazione è completamente congestionata, «è a causa del cantiere davanti alla Palazzina Reale,
dovevano chiuderlo agli inizi di settembre ma come spesso accade in città i lavori possono durare mesi».
Qualche minuto di attesa, poi «Parigi 48» riesce a crearsi un varco tra due bus e imbocca velocemente via
Panzani: «Sembra di essere su una barca quando il mare è agitato». Fino all’imbocco di via Rondinelli è un
continuo ballare a causa delle numerose buche, «per evitare danni all’auto meglio andare a passo d’uomo,
così evito di farle venire il mal di mare», scherza Fracassini. Ma gli ostacoli non sono finiti: in sequenza
«Parigi 48» deve scansare una serie di furgoni parcheggiati in via de Pecori, i ciclisti in contromano e i pedoni
che si infilano ovunque. «Il lavoro del tassista è pericolosissimo perché bisogna guidare senza distrarsi
neanche un secondo. E a fine giornata lo stress si sente». Per arrivare in hotel, però, la strada è ancora
lunga. Impossibile tagliare per Por Santa Maria, dunque bisogna aggirare il Duomo, arrivare al Sasso e poi
imboccare via del Proconsolo. Anche in questo caso Simone è costretto ad andare lentissimo a causa dei
tanti turisti che camminano per strada invece che sui marciapiedi. In piazza dei Giudici un divieto allunga il
percorso fino a piazza Mentana, mentre il tassametro scorre inclemente. Poi in Lungarno Archibusieri una
coppia attraversa senza guardarsi attorno e «Parigi 48» è costretto a inchiodare: «Sa qual è la cosa assurda?
Non si può suonare il clacson altrimenti ci si becca anche una multa». Dopo 12 minuti di orologio eccoci
finalmente in vicolo dell’Oro. Prezzo: nove euro e 50 centesimi (con bagaglio), «se non ci fossero stati tutti
quei divieti le sarebbe costato al massimo sette euro». Altro giro, altra corsa: da via Fra’ Bartolomeo va agli
uffici della Asl in via D’Annunzio. Fracassini aziona di nuovo il tassametro e parte: «Imboccando la
preferenziale di via Ficino risparmiamo 6 o 7 minuti e qualche euro», poi ecco un’altra preferenziale, in via
degli Artisti. «Queste corsie sono una rarità, a Firenze ce ne vorrebbero di più, per risparmiare tempo e
soldi». Eccoci in un battibaleno al Ponte al Pino e subito dopo in via Campo d’Arrigo. Ma a poche centinaia di
metri dall’arrivo, l’ennesima interruzione per lavori. Imbocchiamo allora viale Malta, con il semaforo che dura
un’infinità. Sono bastati 15 minuti, e 9,80 euro per arrivare a destinazione, ma «deve ringraziare che a
quest’ora non c’è traffico altrimenti avremmo impiegato 10 minuti in più» e pagato 13,50 euro. Rieccoci di
nuovo in piazza Stazione, una delle corse più richieste dai manager che si trovano a Firenze per lavoro.
«Direzione via del Cantone, nella zona industriale, a confine tra Firenze e Sesto». In via della Scala Simone
deve destreggiarsi in una gimkana, con le auto parcheggiate ovunque, anche sui marciapiedi, ma per fortuna
il traffico non è sostenuto e così, in pochi minuti, si arriva in via delle Porte Nuove e poi in via Baracca, che,
«per sua fortuna è quasi libera altrimenti il costo della corsa sarebbe aumentato di almeno otto euro». Per
l’Osmannoro ci vogliono 24 minuti per un costo di 19,50 euro. Tornando verso il centro, «Parigi 48» si ferma
quasi alla fine di via Ponte alle Mosse, aziona per l’ennesima volta il tassametro e si dirige verso l’ospedale di
Careggi, e in particolare a San Luca Nuovo. «Anche in questo caso bisogna destreggiarsi tra una serie di
cantieri della tramvia che alle 16 sono già completamente vuoti». Fracassini, che conosce bene strade e
scorciatoie, impiega 14 minuti. Il prezzo? 14,60 euro compresi i due euro per la chiamata, «ma quando c’è
traffico, dalle 8 alle 11 e dalle 16.30 alle 18, per arrivare qui ci vuole almeno mezz’ora e 18 euro». Il problema
ora è tornare indietro: per arrivare in stazione ci si impiega più di 30 minuti, con un viale Morgagni – riaperto da una settimana – sempre congestionato. Da piazza Dalmazia a via Valfonda c’è da perdere la pazienza: e
20 euro. «Basterebbe qualche corsia preferenziale in più e un po’ di buon senso nell’organizzazione della
viabilità per risolvere il problema delle tariffe. Invece, se il Comune va avanti con l’aumento delle licenze,
siamo pronti a fargli causa e non esiteremo ad alzare la voce».
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Ultima modifica: 14 Settembre 2015