Nelle epiche battaglie sul servizio taxi in Italia, non ci ricorderemo di un grande sciopero che blocca Roma in un venerdì di marzo del 2016. Non lo ricorderemo perché lo sciopero in programma per venerdì è stato annullato con una soddisfatta nota al termine di due incontri con il Governo che sono avvenuti ieri.
L’ira dei tassisti e la minaccia di riempire (e bloccare) le strade sembra aver convinto il Governo all’ennesima frenata. Mentre al Ministero delle Infrastrutture i ministri Graziano Delrio, Maria Elena Boschi e Federica Guidi incontrano i rappresentanti delle dieci sigle sindacali che avevano indetto lo sciopero, al Senato, in Commissione Industria, è in corso l’esame del disegno di legge sulla concorrenza. Il ddl nasce a inizio del 2015 ma ha avuto un iter particolarmente lento e frammentato, tra proteste manifeste e silenziose resistenze. Ora però il Governo sembra intenzionato ad approvarlo e il Senato ha calendarizzato i lavori in aula per il prossimo 5 aprile.
Nel testo non ci saranno però gli interventi sulla concorrenza nel trasporto pubblico. Per capire perché bisogna studiare la giornata di ieri, che ricostruiamo grazie a fonti informate e ai commenti pubblici sul tema.
Di mattina si svolge il primo incontro. I tassisti chiedono garanzie sugli interventi contenuti nel ddl e il Governo risponde che nel testo non ci saranno novità legate agli «autisti non professionisti», ovvero a Uber – bloccato in Italia nella sua versione più popolare dal 2015 – o altre piattaforme. Ma per i tassisti non basta, e infatti su Twitter il coordinatore regionale della Uilt nel Lazio, Alessandro Atzeni, scrive che la posizione dei ministri non consente di «scongiurare lo sciopero nazionale». Sono le 12.44.
Dopo pranzo, però, si torna al tavolo. Alle 16.30 l’incontro si riapre e il Governo si impegna a far ritirare gli emendamenti in tema di trasporti, anche quelli relativi al Noleggio con conducente (Ncc) dal ddl concorrenza. Alle 18.15 sempre Atzeni scrive un nuovo tweet. Il tono è cambiato: «Verso l’accordo» per sospendere lo sciopero. Alle 19 arriva la nota dei ministeri: Infrastrutture e Sviluppo economico annunciano una legge delega e un immancabile «tavolo» per affrontare la riforma complessiva di taxi e Ncc. Poco prima delle 20 la notizia del ritiro dello sciopero viene battuta dall’Agenzia Ansa, ma è la nota dei tassisti a mettere nero su bianco l’impegno del Governo: «È emersa la volontà da parte del Governo di dare indicazioni ai relatori di ritirare tutti gli emendamenti presentati alla L. 21/92».
Da mesi tutti gli interlocutori in campo consideravano il ddl concorrenza lo spazio adatto a intervenire, ma alla fine la scelta del Governo è caduta su un nuovo percorso. La posizione del ministro Delrio non è cambiata, ma evidentemente le resistenze hanno suggerito di iniziare da capo un lavoro di dialogo per arrivare a un compromesso che includa anche un riconoscimento dell’evoluzione in corso, da Uber a BlaBlaCar. Dal Governo garantiscono che il tempo impiegato in Commissione non è comunque stato sprecato e che ora si proverà a lavorare celermente con tutti gli attori. Ma l’istituto della legge delega richiede almeno un anno di tempo. Le organizzazioni dei tassisti promettono di seguire attentamente i lavori del «tavolo»: «Sarà lì che si andranno a precisare tutte le regole dalle quali dipenderà il futuro del nostro lavoro».
«Siamo molto delusi che il Governo si sia tirato indietro rispetto a questa importante opportunità di riforma e innovazione», dice a La Stampa il general manager di Uber in Italia, Carlo Tursi. «Renzi dovrebbe abbracciare il futuro, piuttosto che rimanere ancorato al passato», aggiunge il rappresentante della società.
L’Autorità per i trasporti ha scritto nel giugno 2015 chiedendo a Governo e Parlamento di intervenire nel campo del trasporto pubblico, chiedendo nuove regole. Il Governo si è impegnato più volte a intervenire. La concorrenza può ancora aspettare.
beniamino.pagliaro@lastampa.it
Ultima modifica: 22 Marzo 2016