Dopo vari tira e molla, un emendamento al ddl Concorrenza – ancora in discussione in Parlamento – riapre la partita per regolamentare Uber e i suoi autisti-fai da te, Entro un anno dall’entrata vigore del ddl Concorrenza, dice una modifica alla legge approvata dalla commissione Industria del Senato, “il governo è delegato ad adottare, su proposta del ministero delle Infrastrutture e Trasporti e del ministero dello Sviluppo economico, previo parere della Conferenza Unificata, un decreto legislativo per la revisione della disciplina in materia di autoservizi pubblici non di linea (quelli offerti anche da Ncc e Uber ndr)”.
Fra i principi e i criteri direttivi che la delega al governo sulla disciplina dei servizi offerti anche da Uber ed Ncc dovrà rispettare ci sono: “la previsione di una disciplina che assicuri a questi servizi una funzione complementare e integrativa rispetto ai trasporti pubblici e il regolamento della concorrenza e la tutela dei consumatori”, si legge nel testo dell’emendamento al ddl Concorrenza approvato dalla Commissione industria del Senato. Inoltre, bisognerà anche “adeguare il sistema sanzionatorio, individuando sanzioni efficaci anche ai fini di contrasto di fenomeni di abusivismo”, continua l’emendamento.
La commissione Industria ha poi approvato un subemendamento a firma di Linda Lanzillotta (Pd) che prevede anche l’adeguamento dei servizi di trasporto non di linea “alle nuove forme di mobilità che si svolgono grazie ad applicazioni web che utilizzano piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri e dei conducenti”.
“Meglio tardi che mai, ma è evidente che si tratta di un ripiego. La materia andava disciplinata direttamente nel ddl concorrenza, ma per l’opposizione dei tassisti è stata stralciata. Ora se ne riparlerà tra un anno, nella migliore delle ipotesi” è la reazione di Massimiliano Dona, Segretario dell’Unione Nazionale Consumatori. “Inoltre ci sono dubbi sull’esito finale. Non vorremmo, infatti, che invece di favorire queste nuove forme di trasporto innovativo e la sharing economy, si cogliesse l’occasione per considerare tutto abusivo, per poi sanzionare i responsabili. Non ci piace, infatti, l’emendamento che prevede di adeguare il sistema sanzionatorio, individuando sanzioni efficaci” prosegue Dona.
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Ultima modifica: 28 Luglio 2016