Non solo è un mostro giuridico l’idea dell’Antitrust, purtroppo fatta propria anche da parte della giustizia amministrativa, di non far valere per le cooperative radiotaxi un articolo del Codice Civile come il 2527 che vale invece per tutto l’ordinamento giuridico-economico italiano, ma è anche un mostro di natura logico-funzionale. L’Antitrust nel suo provvedimento sanzionatorio contro una cooperativa radiotaxi romana, imputa a questa che “non si è impegnata a riconoscere ai tassisti soci la possibilità di accettare, nei momenti in cui ci sia capacità produttiva eccedente, le chiamate provenienti da piattaforme terze”, ma questo è un ragionamento formale, espressione di chi non guarda alla dinamica reale del lavoro. Sarebbe come dire che siccome una casa non usa ogni ora, nella loro totalità, i 3kw/h di energia elettrica prevista, deve allora cederne la parte “eccedente”, non utilizzata, a terzi. Così, se il residente di quella casa volesse accendere un elettrodomestico in un successivo momento desiderato, non potrebbe farlo perchè parte di quella energia sarebbe in uso ad altri. Altrettanto, non è preventivabile a priori quando il tassista di un radiotaxi in un dato momento e in una data area, siccome fermo al posteggio, possa lavorare per altre tecnologie. Una volta acquisita la corsa di un’altra tecnologia, il cliente del radiotaxi a cui quel tassista fosse associato, non avrebbe più la disponibilità di quel taxi. Quest’approccio statico-formale dell’Antitrust mina la capacità  delle Cooperative radiotaxi, costituzionalmente tutelate dall’art. 45, di fare impresa attraverso i loro numeri telefonici e le loro app presenti nei vari territori, di poter dare efficiente risposta ai cittadini, e ne rende impossibile quella capacità di controllo di cui la stessa Antitrust gli chiede conto. Dall’altro lato, la parcellizzazione degli strumenti di chiamata, fa sì che mentre un tempo il cittadino sapeva che chiamando uno, due, tre radiotaxi, a seconda della grandezza della città, aveva ottime possibilità di reperire un taxi, adesso rischia di dover passare da decine di tecnologie per raggiungere la medesima flotta taxi cittadina, riducendo drasticamente la possibilità di trovarne uno al primo colpo, e rendendo esponenziale il fenomeno delle chiamate multiple inevase. Il mondo alla rovescia.

Claudio Giudici
Presidente nazionale Uritaxi

Ultima modifica: 8 Agosto 2024