Erano circa duecento i tassisti che ieri, con petardi da stadio, fumogeni, trombette striscioni e cori, hanno asserragliato sindaco e giunta all’interno di Palazzo Marino.
Protestavano, e protestano, contro la concorrenza della Uber, contro i tassisti abusivi e contro il nulla che il Comune ha fatto per provare ad aiutarli. A gran voce hanno chiesto di essere ricevuti e alla fine ad incontrarli sono andati il sindaco Pisapia, il suo vice Ada Lucia De Cesaris e l’assessore ai trasporti Pierfrancesco Maran.
Al termine dell’incontro i tassisti hanno dato i «sette giorni» alla giunta. Sette giorni entro i quali l’assessore alla sicurezza Marco Granelli dovrà produrre un piano per l’intensifi cazione dei controlli sugli abusivi e il Consiglio Comunale dovrà procedere alla revoca della delibera su Uber già sospesa dal Tar. Se entro la settimana nulla si muoverà i tassisti sono pronti a scendere nuovamente in piazza e a confermare il fermo del 20 febbraio, che potrebbe portare alla paralisi del servizio come avvenuto lo scorso 30 gennaio. «Io auspico che si possa fare tutto per tempo, in modo da dare il tempo ai milanesi di sapere se il 20 avranno disagi oppure no – commenta il consigliere comunale e rappresentante del Satam Raffaele Grassi, lo stesso che pochi giorni fa aveva minacciato di occupare l’aula del Consiglio -.
Vogliamo la revoca della delibera perché il servizio che da Uber è fuori dalle regole. Il noleggio con autista è regolare solo se le auto restano in rimessa, non se girano per la città come normali taxi». Al termine dell’incontro con Pisapia, comunque Grassi si è detto «Ottimista e auspico che tutte le promesse che sono state fatte ai tassisti possano essere portate a buon fine». In caso contrario la protesta della categoria proseguirà e sarà sempre più dura, visto che uno striscione, tra i tanti srotolati in piazza Scala recitava «abbiamo solo una soluzione o suicidio o rivoluzione». Il moderato ottimismo di Grassi è lo stesso della giunta che in serata ha spiegato con una nota che «L’incontro con i rappresentanti dei taxisti è stato molto positivo e abbiamo condiviso la volontà di rafforzare e semplificare i controlli e le verifiche su possibili irregolarità nel servizio di auto a noleggio da rimessa con conducente».
In una botta di internazionalismo, poi, la nota prosegue spiegando ai tassisti che «Il problema non riguarda solo Milano, oggi ad esempio c’è stato uno sciopero dei taxi a Parigi proprio su questo tema, ma noi abbiamo intenzione di lavorare insieme per trovare le soluzioni migliori per i cittadini». Per questo, conclude la nota «È stato istituito un gruppo di lavoro che partirà immediatamente e si riunirà già nei prossimi giorni» che dovrà studiare anche politiche adeguate in vista dell’Expo.
Se la maggioranza prende tempo, dall’opposizione arrivano bordate: «È inutile che Pisapia e soci si affannino a fare promesse ai tassisti infuriati per la latitanza del Comune sulla concorrenza di Uber – tuona Riccardo De Corato di Fratelli d’Italia -. I controlli più severi sono una promessa da marinaio, impossibile da mantenere. La ragione è presto detta: gli autisti Uber dovrebbero – per regolamento – attendere la chiamata nelle autorimesse, e non girare per la città in attesa dei clienti. Il controllo sulle regole è affidato ai Vigili: ma Pisapia ha tagliato gli straordinari alla Polizia Municipale, e così dopo le 18 la città è controllata solo da 12 pattuglie. Come farebbero a svolgere i loro compiti ordinari e anche a controllare che Uber rispetti le regole? – si chiede ironicamente De Corato – Pisapia e Maran la smettano di parlare al vento e facciano rispettare le regole reintegrando i fondi ai Vigili: garantirebbero così anche più sicurezza in città».
Duro con Pisapia anche il capogruppo leghista Alessandro Morelli: «Il sindaco inizi a revocare le sue ordinanze e a creare un gruppo di vigili che assicuri sicurezza a chi lavora di notte e ha a che fare con balordi di ogni risma. Per quanto riguardo la richiesta di dimissioni partita dalla piazza – ha chiuso Morelli – mi sento di tranquillizzare i tassisti: a dimettere Pisapia ci penseranno i milanesi fra due anni». . Entro 7 giorni il Comune revochi la delibera o il 20 sarà fermo totale.
Fonte: Libero Milano
Ultima modifica: 11 Febbraio 2014