Nei giorni sorsi abbiamo richiesto all’Autorità Di Regolazione dei Trasporti accesso urgente agli atti e documenti che sono a fondamento della Segnalazione a Governo e Parlamento dello scorso maggio, per aver conto e ragione degli elementi su cui l’ART ha basato la sua iniziativa. Siamo infatti convinti che la segnalazione dell’ART – oggetto di continua strumentalizzazione da parte di UBER, nonché fonte di ispirazione di “lobbizzati” tentativi di riforma legislativa – sia viziata da un’analisi carente, per non dire superficiale, che risponda a criteri obiettivi ed imparziali. A valle della nostra richiesta di accesso, ci attendevamo che un’Autorità come l’ART – che si professa trasparente ed imparziale e che tiene particolarmente a cuore gli interessi del servizio pubblico e dei consumatori/utenti – non si fosse sottratta al confronto e fosse stata disponibile a discutere le evidenze istruttorie e a riconsiderare le proprie valutazioni.
E invece l’ART, dopo aver in passato invitato l’URI in audizione, quale titolare dell’App IT Taxi e soggetto interessato a qualsiasi eventuale riforma del settore, oggi gli nega l’accesso agli atti perché soggetto “privo di interesse diretto, concreto ed attuale alla conoscenza degli atti”, dimostrando di essere in palese e grottesca difficoltà. Intanto però, il testo degli emendamenti impropriamente predisposti dall’ART senza alcuna legittimazione giuridica e potere ordinamentale, oltre che in assenza di alcuna preventiva base di analisi e studio, sono in procinto di essere votati in Commissione alla Camera. Nel frattempo, con nota dello scorso 4 agosto prot. 2015/4023, il Segretario Generale dell’ ART, Assunta Luisa Perrotti – smentendo clamorosamente, il Presidente e l’ iniziativa assunta con gli emendamenti pro UBER – riconosce, come da noi ripetutamente denunciato, che i poteri dell’ART nel settore sono esclusivamente limitati a quelli di natura consultiva su richiesta di Regioni e Comuni così come previsto dal Decreto Monti e, quindi, non si estendono e comprendono anche quello di proposta normativa nei confronti di Governo e Parlamento, esercitato con gli emendamenti pro UBER!!!!
La mancanza di trasparenza che L’ART sta dimostrando sarà tempestivamente fatta oggetto delle più adeguate reazioni giudiziarie e delle più forti denunce anche ai parlamentari che si accingono ad esaminare gli emendamenti dell’ART che demoliscono l’impianto normativo esistente, in una mirabolante ed incontrollata furia abrogatrice di ogni regola di buon senso e tutela dell’ utenza.
Nel frattempo però, cosa aspetta il Segretario Generale a chiedere le dimissioni del suo Presidente?
Loreno Bittarelli
Presidente URI – Unione Radiotaxi Italiani
Ultima modifica: 25 Agosto 2015