674-mtAumento delle licenze in cambio di un ritocco delle tariffe. E’ questa, in sintesi,
l’offerta che l’assessore alle attività produttive Giovanni Bettarini mette sul tavolo in vista della ripresa della
vertenza sui taxi, a settembre. Assessore, l’aumento delle licenze è un punto fermo per voi? «Il servizio deve
essere migliorato. Arrivano segnalazioni ripetute dai cittadini, dai turisti, dagli albergatori, anche dai disabili,
che ci spingono in questa direzione. Ma non è solo questo il motivo…». Qual è l’altro? «Il fatto che Firenze
ormai vede un boom di turisti mai visto prima. Prendiamo questa estate, numeri così sono da record. La città
inoltre si propone sempre di più come calamita di grandi eventi e il turismo su cui punta è un turismo di
qualità, cioè di viaggiatori che possono spendere. Dunque, tutto ciò ci spinge a dire – e crediamo di non
sbagliare – che il servizio taxi debba per forza migliorare, adeguarsi alle esigenze di una città turistica come
Firenze».

I tassisti dicono che non basta aumentare le licenze per migliorare il servizio: inutile mettere in giro
più auto se poi non scorrono nel traffico… «Ma intanto mettiamone in giro di più, quelle in circolazione sono
poche per Firenze. L’ultimo vero aumento di taxi risale alla fine degli anni Ottanta. Poi nel 2007 furono
concesse 60 licenze, ma erano a servizio ridotto e furono equiparate alle altre nel 2011, da Renzi e
Nardella». I tassisti rispondono che da 8 anni non viene fatto l’adeguamento Istat delle tariffe e che questo è
costato loro circa 13 milioni di euro di mancati incassi… «Sui numeri vediamo…» Aumentare le tariffe, può
essere questa la partita di scambio? «Sono disposto a discuterne. Così come si può discutere di creare
nuove postazioni taxi in centro storico». Più licenze in cambio di un aumento delle tariffe? «Parliamone. Ma
vorrei aggiungere un’altra cosa». Prego. «Si è scatenato il finimondo sulla proposta del Gps, cioè di un
sistema che metta il Comune in grado di sapere quanti taxi sono in giro e dove. C’è chi ci ha accusato di
metodi nordcoreani, chi ha citato Pinochet.

Ma per favore! Sono reazioni spropositate. Qui non c’è alcuna
invasione della privacy. Qui si parla di un servizio pubblico, quindi il Comune ha tutto il diritto di sapere
quante auto girano e dove sono. Per migliorare il servizio, per renderlo più moderno. A Londra questo
sistema c’è già. A Londra, non in Corea del Nord». Già da questi primi scontri la sfida con i tassisti non si
annuncia facile. «Dico solo che non sono gli unici che si vedono rivoluzionare l’attività. Pensiamo agli
ambulanti di San Lorenzo che alla fine, dopo una lunga trattativa, hanno accettato i cambiamenti». Lei si è
sentito offeso, quasi minacciato dalle parole del sindacalista Cassigoli. Ci ha parlato? «No. Dico solo che fare
certe proposte per migliorare il servizio non mi pareva una lesa maestà. Perché lo sapete com’è nata questa
trattativa?». Lo dica lei. «I tassisti mi chiamano e mi dicono che da 8 anni la tariffe non hanno neanche
l’adeguamento Istat. Allora ho fatto anch’io delle proposte, tipo la centrale unica… Non è vero che sono partito
chiedendo l’aumento delle licenze». Cosa le lascia questa polemica? «A chi usa certi toni dico: datevi una
calmata. Io non li ho mai usati».

 

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Ultima modifica: 14 Agosto 2015