La prefettura proverà a farsi portavoce col Governo delle proposte che saranno avanzate dai tassisti per disciplinare i due servizi concorrenti: quello del noleggio con conducente e quello di Uber.
Ovvero l’ormai nota applicazione per smartphone che consente di prenotare auto e autistaproprio come i taxi. Questo l’esito con il quale si è chiuso, ieri, il primo di una serie di tavoli convocati dalPrefetto per dirimere un caso che da mesi sta esacerbando il confronto tra i conducenti delle auto bianche e ilComune, presente alla riunione, insieme ai rappresentanti della categoria, con gli assessori Marco Granelli(Polizia locale) e Pierfrancesco Maran (Mobilità).
Proprio Granelli ha scandito i risultati dei controlli attivati daivigili anche in risposta alle proteste e agli scioperi dei tassisti: da inizio anno a metà aprile sono statecomminate 51 multe per mancato rispetto delle norme che regolano il servizio del noleggio con conducente ela metà di queste sono state comminate agli autisti di Uber. Altre 21 multe sono state inflitte a conducentiabusivi di varia natura, vale a dire: conducenti improvvisati, singoli avventurieri delle strade, spesso non legatiad alcun servizio. Undici i veicoli sequestrati.
Per quanto riguarda il noleggio con conducente, l’infrazione piùricorrente è il mancato rispetto dell’obbligo di attendere le chiamate dei clienti stando nelle rimesse. Da quil’impegno di Maran per sensibilizzare i Comuni limitrofi ad aumentare i controlli sul rispetto delle norme, sulrilascio delle licenze e sull’effettiva esistenza delle rimesse denunciate dalle varie società. Lo stesso Maran,con l’Anci, chiederà altrettanto impegno dal Governo. Prefettura, Comune e sindacati chiedono poi allaRegione un regolamento ad hoc per disciplinare tale servizio sempre nell’ottica di un’azione di controllo chepossa andare oltre i confini di Milano, da qui al 2015 attesa da due eventi che faranno da calamita per iconducenti: il semestre di presidenza europeo e l’Expo.
Per quanto riguarda Uber, il problema si chiama«vuoto normativo»: la legge 21 del ’92, quella che disciplina il trasporto pubblico, non contempla la casistica delle applicazioni smartphone, qual è Uber, semplicemente perché allora il fenomeno non s’era ancora presentato. Da qui l’impegno della Prefettura a chiedere al Governo di approvare decreti attuativi chedisciplinino servizi quali Uber e di farsi portavoce con lo stesso esecutivo delle misure che saranno suggeritedai tassisti al prossimo tavolo.
Fonte: il giorno