I tassisti catanesi rischiano di restare… a piedi anche perché, oltre a guidare in una città caotica e senza regole, devono rincorrere la Regione e avviare una “class action”.
Questo per ottenere il contributo annuale sulle spese di manutenzione dell’autoveicolo, riconosciuto a tutti i titolari di licenza per il servizio di taxi o noleggio con conducente. Il contributo a sostegno del servizio di trasporto pubblico locale dei tassisti è determinato forfettariamente nella misura annua di 1.238 euro, e in base a quanto previsto dalla legge regionale 29 del 6 aprile 1996, andrebbe pagato in unica soluzione.
«In realtà non è andata così – rileva il Movimento difesa del Cittadino, a cui i tassisti si sono rivolti – per il contributo degli anni 2006, 2007, 2008 e 2009, e dopo che era intervenuta la copertura finanziaria (con la legge regionale 11 del maggio 2010, all’art. 74), nel 2010 i tassisti siciliani hanno ricevuto in pagamento solo un acconto, senza alcuna spiegazione sulle reali ragioni del mancato pagamento integrale, ma soprattutto, senza che sia stata fatta loro alcuna previsione circa il pagamento del saldo».
Nessuna novità nemmeno dalla nuova amministrazione regionale, tanto che tra crisi e tasse da pagare il rischio di non riuscire a sostenere i costi per proseguire l’attività appare sempre più incombente. Da qui – anche da parte dell’Arat di Catania, la sigla che rappresenta la maggioranza dei duecento tassisti muniti di licenza in città – la decisione di essere affiancati dal Movimento Difesa del Cittadino nella battaglia per ottenere i contributi non corrisposti in tempi brevi. Complessivamente sono oltre 250 i tassisti siciliani, operanti prevalentemente nella provincia di Catania, che hanno dato mandato alla sede provinciale catanese del Movimento a diffidare la Regione affinché disponga in tempi brevi il pagamento del saldo dei contributi pregressi.
Attraverso lo Sportello del Cittadino competente, quello etneo, la sede provinciale del Movimento ha già fatto pervenire la diffida (con costituzione in mora) attraverso i propri legali convenzionati. Adesso l’assessorato regionale ai Trasporti avrà tempo fino alla fine del mese, ma considerate le difficoltà di cassa della Regione, la convinzione generale è che non accadrà nulla. Per questo, attendendo altre adesioni, (da Palermo in particolare) – rileva il Movimento – i legali lavorano già ad una azione che sembra avere tutti i connotati di un’azione collettiva.
Fonte: La Sicilia
Ultima modifica: 14 Gennaio 2014