Il gruppo Uber ci riprova. E, dopo lo stop a Uber-Pop su tutto il territorio nazionale arrivato nei mesi scorsi dal
tribunale di Milano, cita in giudizio davanti al tribunale di Torino le associazioni, i radiotaxi e i singoli tassisti
che avevano ottenuto la sospensione del servizio con l’obiettivo di ribaltare la situazione. Il ricorso al tribunale
piemontese punta infatti a dimostrare che il servizio non fa concorrenza sleale ai taxi, a far annullare il
provvedimento di stop e, infine, a portare il giudizio dinanzi alla Corte Costituzionale e alla Corte di Giustizia
dell’Unione Europea. Il nuovo processo, tuttavia, non avrà effetti immediati sul provvedimento del tribunale di
Milano, che rimane quindi valido. «La strategia della multinazionale è quella di fuggire da chi gli dice di no,
mettendola davanti alle proprie responsabilità e al rispetto della legge, nella speranza di trovare altrove lidi
ritenuti più sicuri», accusa Pietro Gagliardi, delegato Taxi dell’Unione artigiani della provincia di Milano. «Noi,
anche di fronte a questo nuovo Tribunale, difenderemo gli interessi della categoria e i risultati raggiunti nei
mesi scorsi».
Ultima modifica: 21 Ottobre 2015