Era annunciata come una sfilata per chiedere «sicurezza» e ricordare il collega Gino Ghirelli, in coma da 90 giorni dopo un’aggressione a fine corsa. E invece il corteo dei tassisti fiorentini di ieri, probabilmente il più partecipato degli ultimi anni, è stato principalmente una grande protesta contro i giornali e le loro presunte «fake news».
Una passeggiata di “sfogo”, circa 400 tra tassisti e tassiste, familiari e collaboratori con le magliette gialle “Non dimentichiamo Gino” che distribuivano un volantino in cui la stampa era additata come «mandante» delle violenze subite, degli 8 casi di aggressione a tassisti che le cronache fiorentine hanno riportato negli ultimi 3 mesi: «Alla base delle ripetute aggressioni subite dai tassisti fiorentini vi è un’infame jihad delle fake news, orchestrata da primari organi di stampa, per favorire alcuni precisi interessi industriali» si leggeva nella nota. Segno di una rabbia molto diffusa tra i manifestanti, culminata sotto la sede del Corriere Fiorentino in lungarno alle Grazie, dove il corteo si è fermato per un lungo applauso polemico nel corso del quale sono partiti urli “vergogna vergogna”, fischi e anche insulti (“Pennivendoliii”). Forse solo durante la tesissima fase della protesta contro Palazzo Vecchio per l’aumento delle licenze si erano visti una mobilitazione così dura:
«Chiedetevi come mai, questa gente ha paura di lavorare la notte, non possiamo girare con lo spray al peperoncino per difenderci ed è un problema di sicurezza tutto fiorentino, 8 aggressioni in tre mesi, numeri inesistenti in altre città» annotava ieri Claudio Giudici, ex presidente del 4390 e oggi dirigente nazionale del sindacato Uritaxi. Fatti che secondo Giudici sono da ricondurre ad un teorema:
«Se consideriamo che solo una di queste aggressioni aveva come movente la rapina, mentre tutte le altre sono dovute a futili motivi, il nostro j’accuse non può` che andare contro la “jihad” ideologica e strumentale contro la nostra categoria»
sostiene il volantino firmato da tutte le sigle sindacali dei 730 taxi fiorentini: Confartigianato, Sitafi, Uil trasporti, Uritaxi e persino la Cgil. Un volantino in cui si sostiene la tesi della causa-effetto: una campagna di stampa contro i taxi e a favore di multinazionali come Uber sarebbe causa della rabbia collettiva contro i taxi che sfocia poi nelle violenze.
Alla stampa viene contestato di aver accreditato la tesi che la causa del presunto stupro delle due ragazze americane da parte di due carabinieri risieda nella mancanza di un taxi quella notte. «Chiediamo alla città di avere rispetto della pericolosità e del livello di usura che si registra nel nostro lavoro e chiediamo anche pazienza fino alla fine dei lavori per la tramvia, che noi in primis danneggiano, e conseguentemente la nostra utenza. A quella stampa che riteniamo vergognosamente in mala fede, non proviamo a spiegare più niente, ma diciamo: la prossima aggressione che subiamo, il prossimo padre che non tornerà` dai propri figli, sapremo chi, di fatto, ne sarà stato il mandante» si legge nel volantino.
Da Ordine dei Giornalisti e Associazione stampa dura reazione: «Insulti alla stampa inaccettabili».
Ultima modifica: 13 Ottobre 2017