Rottura totale tra il Comune di Firenze e i tassisti, che hanno indetto uno sciopero per mercoledì 21 ottobre
contro la decisione di aumentare le licenze (cento in più). L’intesa sembrava ad un passo, poi la situazione è
precipitata ieri mattina. Durante il lungo faccia a faccia con l’assessore allo Sviluppo economico Giovanni
Bettarini, i sindacati dei tassisti hanno rifiutato l’ultima offerta di Palazzo Vecchio: subito il bando per 50
licenze in più e subito in strada le 30 auto di riserva «ter», con le restanti 20 licenze da assegnare tra un
anno. Una proposta «irricevibile» per i tassisti, che hanno rilanciato con la formula: 40 subito e poi altre 30 al
termine dei lavori delle linee 2 e 3 della tramvia. Lo strappo, tecnicamente, si è quindi consumato su uno
scarto di 10 licenze. Ma è chiaro che lo scontro è soprattutto politico. Il sindaco Nardella aveva dato mandato
a Bettarini di essere irremovibile, perché anche senza accordo lunedì la delibera per il potenziamento del
servizio taxi sarà approvata dal Consiglio comunale, dove il Pd può contare su una maggioranza
schiacciante, che però dovrà fronteggiare una dura protesta in aula dei tassisti. «Il Comune va avanti – dice
l’assessore Bettarini – Noi non possiamo essere quelli che cedono su tutto». E poi: «La nostra proposta è
ragionevole, anche perché abbiamo aperto sull’aumento delle tariffe. Tuttavia, per una differenza di dieci
auto, non hanno accettato. Se i tassisti non sospenderanno lo sciopero, il Comune ritirerà tutti i dodici punti,
che prevedono diverse concessioni ai tassisti, in primis l’aumento delle tariffe» in due tranche: più 6,2 per
cento subito, oltre al medesimo ritocco tra due anni. E pochi minuti dopo la fine del vertice sono partiti i primi
forti disagi, con taxi introvabili e file infinite alla stazione di Santa Maria Novella e aeroporto. I disservizi sono
aumentati quando i conducenti delle auto bianche si sono riuniti in assemblea alla Casa del popolo di San
Bartolo a Cintoia. Durante il dibattito, la parola «sciopero» è stata accolta dai tassisti come un gol allo stadio.
«L’assemblea generale dei tassisti fiorentini considera definitivamente calpestata la dignità dei lavoratori del
settore, a causa di un iperdecisionismo fine a se stesso», recita il comunicato ufficiale letto da Claudio Giudici
(Cotafi). Dopo la rottura, ieri pomeriggio le centrali radio taxi di entrambe le cooperative, Socota e Cotafi,
sono andate in tilt: «I tassisti sono liberi di non accettare le chiamate radio», ha spiegato ancora Giudici.
Quasi tutta la categoria sta adottando questa posizione; così le linee telefoniche restano intasate di clienti in
attesa che provano a chiamare il 4390 o il 4242. I tassisti tuttavia spiegano che assicureranno il servizio per
disabili e donne incinte e i collegamenti con gli ospedali. Nessuna intenzione, invece, di far viaggiare le auto a
passo d’uomo: «Vanno già abbastanza a rilento per colpa dei cantieri», ha detto Roberto Cassigoli (Cgil).
L’assemblea si è tenuta in un clima tesissimo, tra chi scandiva, battendo le mani, «Bettarini pezzo di m…» e
chi invece se l’è presa con i giornalisti, «sciacalli», «pennivendoli». La rottura con Palazzo Vecchio ha tuttavia
aver ricucito le distanze tra i tassisti e i loro rappresentanti: ora tutti sembrano compatti sullo stesso fronte. I
sindacati aggiungono poi che «non sono i tassisti a far saltare per dieci licenze una trattativa che sembra più
uno spot che non una reale soluzione, ma Palazzo Vecchio che con questo atto si assume la responsabilità
di deridere dei lavoratori». Le presunte «concessioni» di Bettarini, inoltre, «non sono altro che quanto dovuto
per legge ai tassisti». Ora, quindi, la categoria adirà alle vie legali per ottenere l’aumento di tariffa, per
eliminare l’«illegittimo» canone di occupazione del suolo pubblico e contro lo stesso bando delle nuove
licenze «per vizi di forma». Mentre per Forza Italia «il Comune ha il dovere di arrivare a una mediazione –
dice il coordinatore fiorentino Marco Stella – Noi ribadiamo contrarietà all’aumento delle licenze, ma visto lo
stato avanzato delle trattative chiediamo all’amministrazione di riflettere e non fare forzature».
Ultima modifica: 8 Ottobre 2015