Il primo pacchetto di 30 nuove macchine che i tassisti del 4242 e
del 4390 si erano impegnati a mettere in strada a inizio anno ancora non si vede all’orizzonte. E Palazzo
Vecchio di conseguenza blinda l’aumento delle tariffe, che sarebbe dovuto scattare contestualmente o
quasi. Ma dietro uno scontro che ora rischia di finire in tribunale, si profila una stangata: non il semplice
adeguamento Istat dell’8-10% prevede il testo finale dell’intesa Comune-taxi raggiunta dopo la turbolenta
vertenza di ottobre, ma un nuovo sistema di calcolo del tassametro, il cosiddetto “dual mode”. In pratica,
quando la velocità commerciale è sotto una certa soglia, nella tariffa si conta il tempo oltre ai chilometri.
«Altro che 10-12%, qui si potrebbe arrivare al 30-40% in più in caso di percorsi lenti in zone tipo Novoli»,
ritiene Tommaso Grassi di Sel. Palazzo Vecchio nega: «Dalle simulazioni si evince che di media col dual
mode si spende il 10-12% in più, in pratica l’adeguamento Istat dal 2007 ad oggi». Il fatto è che quelle
simulazioni risalgono a tre anni fa, gennaio 2013.
Quando ancora i cantieri della tramvia non erano aperti.
Grassi chiede che quelle prove vengano ripetute oggi. E un nuovo fronte è ormai aperto.
La quiete è durata davvero poco: le cooperative 4242 e 4390 chiedono al Comune di far scattare gli
adeguamenti tariffari concordati e approvati. Palazzo Vecchio non ne vuole sapere: chiede che prima siano
messe in campo le 30 macchine frutto dell’intesa. Il nodo sta nei tempi: i taxi rivendicano che l’accordo
prevedeva tariffe maggiorate dal primo gennaio 2016 e nuove macchine «solo ordinate dai concessionari,
non operative entro il 31 gennaio». Palazzo Vecchio non ci sta: nota che al momento le vetture non
risultano comprate ed è difficile possano essere in servizio a fine mese, quindi ancora niente aumenti.
«Dare moneta vedere cammello» è la tesi del Comune. Ma quanta moneta dovranno tirare fuori gli utenti se
l’aumento tariffario scatterà davvero? Se per tutta la durata della vertenza si è sempre parlato di un rialzo
dei prezzi del tassametro riconducibile all’adeguamento Istat, ora si scopre che Comune e associazioni dei
taxi raggiunsero l’intesa su un altro punto. Stabilirono che l’aumento delle tariffe sarebbe scattato in due
fasi, una a gennaio 2016 e l’altra a bando concluso.
Nella prima, dal primo gennaio 2016, sarebbe
cambiata non la tariffa ma il sistema di calcolo del tassametro con un marchingegno nuovo e già applicato
in altre città, il cosiddetto “dual mode”, laddove “dual” sta per tempo e spazio. Dice l’accordo: «Il sistema
prevede la commutazione automatica nel tassametro tra tariffa chilometrica ed oraria ove la velocità
commerciale di servizio sia inferiore a una soglia determinata». Quella soglia è determinata in 26 chilometri
orari per la prima fascia chilometrica e 33 orari per la seconda. Si tratta in pratica di una «tariffa di sosta a
tempo» che si applica al tassametro dell’utente quando la velocità è bassa. Ovvero molto spesso, in questa stagione di cantieri.
Che cosa comporterà dunque questo “dual mode”? Replicherà quel 10-12% di Istat? Nella delibera non si
parla mai di percentuali. «Una vera stangata», teme però oggi più di qualcuno in Palazzo Vecchio. C’è chi
come Tommaso Grassi di Sel quantifica: «Siccome l’andamento lento è oggi una costante col traffico legato
ai cantieri della tramvia e siccome in pratica a velocità bassa scatta una doppia tariffa per gli utenti, tempo
più spazio, si potrebbe arrivare al 20-30 nella prima fase e in un 40% dopo il bando, nella fase due, quando
è previsto lo stesso dual mode con un ritocchino». Palazzo Vecchio dice no: «Stiamo comunque parlando
di un rialzo nella misura del 10-12%», crede l’assessore allo sviluppo economico Giovanni Bettarini. Una
convinzione basata però su simulazioni vecchie di tre anni: le prove su strada di cosa cambia col sistema
“dual mode” sono state fatte dal Comune non oggi ma il 22 gennaio 2013. Allora le simulazioni dettero
aumenti medi del 10% con punte del 15%, poco sopra l’Istat. Però a quell’epoca, dice il report del Comune,
da San Jacopino a piazza Artom si impiegavano 11 minuti, 11 bastavano pure da piazza Artom alla
stazione. Oggi cosa accadrebbe coi cantieri tramvia? «Dati sempre validi», ritiene Bettarini.
«Non si parla
comunque di un aumento oltre quel 12% in media», ritiene il presidente del 4390 e di Uritaxi Claudio
Giudici, che vuole portare il Comune in tribunale per il mancato rispetto del patto.
A differenza del 4242 e
degli altri sindacati, che invece puntano a chiudere per sempre le ostilità. Pur di vedersi riconosciuto il dual
mode.
Leggi l’articolo completo su
Ultima modifica: 20 Gennaio 2016