Simbolo dell’iniziativa, una bilancia storta da una parte, come segno di ingiustizia. Promotrice sono state Uritaxi e Unica Cgil Taxi, le sigle che hanno scritto una lettera aperta a Enrico Rossi chiedendo una presa di posizione sulla multinazionale americana.
“Invitare Uber a Firenze a parlare di sharing economy – commenta Claudio Giudici di Uritaxi – è un grave atto di disattenzione istituzionale nei confronti dell’imprenditorialità del nostro territorio. Riteniamo inaccettabile fare pubblicità gratuita ad una multinazionale che invece ha già subito sentenze di condanna per il modo di operare”.
Risponde subito ai tassisti il responsabile Italia di Uber, Tomaso Rodriguez: “Non capisco la polemica del dire ‘non devi nemmeno parlare’; e se c’e’ qualcosa da discutere, noi siamo sempre aperti al dialogo”.
“A Firenze c’era molta domanda ancora prima del nostro effettivo sbarco – ha proseguito Rodriguez – oltre 2000 persone avevano già scaricato l’app. Ora gli iscritti sono 10mila: siamo cresciuti velocemente in poco tempo e abbiamo oltre 100 autisti registrati a sistema, dunque stiamo procedendo oltre le aspettative iniziali”.
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Ultima modifica: 4 Dicembre 2015