Lungomare Canepa, Sampierdarena, le due di notte d’un venerdì delle scorse settimane. La Ford Focus grigio scura imbocca all’improvviso una stradina laterale: «Sterrata, buia e vicino al fiume», racconterà la vittima dello stupro ai carabinieri.
Patricia, badante ecuadoriana di 35 anni di Rivarolo, è appena uscita da un locale di piazza Barabino, dove ha festeggiato il suo compleanno con alcuni amici. Per tornare a casa ha pagato dieci euro a quel “Wilfredo” che tutti nella comunità sudamericana conoscono come tassista abusivo. Capisce subito che qualcosa non va, che non si tratta del normale percorso per tornare alla sua abitazione di via Fillak. «Dove mi stai portando?», chiede terrorizzata. Comincia l’incubo. Perché un attimo più tardi la donna si trova legata e immobilizzata nell’auto da quell’uomo che conosce solo di nome.
Il racconto della badante è tutto nei verbali dei militari della compagnia di Sampierdarena, che nei giorni scorsi hanno rintracciato e denunciato – grazie agli elementi forniti dalla vittima – l’autore della violenza sessuale: C.W.G, ecuadoriano di 49 anni , già noto per la sua attività di tassista clandestino. Patricia, assistita dall’avvocato Andrea Ciurlo, racconta ai militari: «Ho urlato e pianto disperata. L’ho pregato di farmi scendere. Lui mi ha afferrato per la giacca e mi ha preso i polsi legandomeli con un laccio di stoffa scura, che aveva nel cruscotto». Poi l’ha violentata. In quel luogo appartato, frequentato di notte solo da clochard e prostitute. E dove – neppure una ventina di giorni fa – un senzatetto malato e disabile è stato seviziato e massacrato di botte da un romeno. Patricia a quel punto non può fa nulla per evitare la violenza sessuale. «Mi ha strappato i leggings, poi gli slip e ha abusato di me».
Leggi l’articolo completo su
Ultima modifica: 1 Giugno 2016