Eliminare la clausola di non concorrenza – smetta Camanzi di chiamarla impropriamente e strumentalmente di “esclusiva”, in ossequio ad una chiara operazione di demarketing contro i tassisti italiani! – avvantaggerà soltanto le multinazionali straniere desiderose di fagocitare anche il settore taxi, così come han fatto, con la complicità della politica, con decine di altri settori.
Come si fa a continuare a sostenere tesi espressione della deregulation più malsana, dopo i danni che essa ha prodotto negli ultimi venticinque anni, trasformando la nostra economia in una colonia straniera?
La clausola di non concorrenza non è una specifica del settore taxi, ma un pilastro civilistico del diritto societario nazionale e internazionale. Senza di essa, mai avrebbero potuto radicarsi i tanti radiotaxi presenti in Italia, garanzia di controllo, qualità e vicinanza al consumatore.
L’ART, con queste proposte che colpiscono al cuore il settore, pare trascurare la qualità del servizio taxi italiano così come rilevata da tante indagini. Basti ricordare anche solo quelle prodotte negli ultimi sei mesi dall’istituto Piepoli, che hanno rilevato un gradimento medio in Italia di 8 cittadini su 10, di 9 su 10 a Firenze, di 8,5 su 10 a Bologna. Siamo infatti di fronte ad un settore che valorizzando l’economia di scala tra piccole imprese, piuttosto che le multinazionali, rappresenta una delle poche cose che funzionano ancora bene in questo Paese. Così, eliminare questa clausola, fra l’altro solo per il settore taxi, rappresenterebbe un unicum spiegabile soltanto come un manifesto tentativo di favorire la predazione delle multinazionali straniere, grazie alla loro forza finanziaria, anche di questo settore.
Ci auguriamo che i nuovi legislatori siano più prudenti dell’ART e mirino a tutelare le decine di migliaia di operatori del settore, nonché la qualità di questo servizio, puntando anzi a non destrutturarlo ed a difenderlo dalle multinazionali. Per eventuali criticità da migliorare, ci siamo. Per difendere dalla distruzione una delle ultime cose che funzionano, ci siamo altrettanto.
Firenze, 22 giugno 2018
Claudio Giudici
Presidente nazionale Uritaxi
Ultima modifica: 22 Giugno 2018