Cari Colleghi, non ci piace personalizzare le questioni ed andare dietro ad una manipolata agenda narrativa altrui, ma qui il giochetto, dal maggio ’22, ossia da quando il nostro Direttivo nazionale Uritaxi (Unione di Rappresentanza italiana dei tassisti), nonchè tutte le altre sigle di rappresentanza sindacale, non hanno voluto seguire l’accordo ItTaxi-Uber, è diventato quello di tentare di squalificare le persone quando privi di concrete argomentazioni.
Dopo l’ultimo messaggio video con cui il presidente nazionale Claudio Giudici, risponde a strane tesi economiche e giuridiche circolate la settimana scorsa in merito al nostro settore, l’Unione Radiotaxi d’Italia Lazio, senza citarlo, ma alludendo chiaramente a lui, produce un discutibile foglietto propagandistico pieno di aggettivi – “innovativo”, “collaborativo”, “resiliente”… quando si parla di “resilienza” il pacco è assicurato! – che invita prima di tutto a “considerare chi esprime tali critiche”. Ora, dunque, vi spieghiamo noi chi davvero, come noi, esprime certe critiche e chi invece firma questi foglietti.
Primariamente, il firmatario classificato come “referente regionale Lazio U.R.I. – Unione Radiotaxi d’Italia” è, come tutti i referenti di questa associazione, una figura nominata dall’alto e non eletta da una base di tassisti iscritti. Già questo ci consente di usare le sue stesse parole: “considerare chi esprime tali critiche”, rappresentando per noi la cosa più come una medaglia, che non un serio argomento. Infatti, essendo l’Unione Radiotaxi d’Italia un’associazione di radiotaxi, e non un sindacato di tassisti-lavoratori, non può esserci una base di lavoratori. Anzi, si ricordino i tassisti aderenti ai radiotaxi soci di U.R.I., che con tale iscrizione, non sono iscritti, come lavoratore persona fisica, ad alcun sindacato e nessun corrispettivo economico può esservi richiesto a tal fine. Diversamente, se volete un sindacato di lavoratori, ci sono Uritaxi, e tanti altri sindacati.
Ora, quando mancano gli argomenti, chi non ha una schiena dritta, tende a mostrificare le persone, raccontando cose false e strumentalizzando aspetti formali. Siccome anche il presidente del radiotaxi Partenope, socio U.R.I., ha citato di recente espressamente, in pubblico, il nostro presidente nazionale, parlandone nei termini di “persona creata dal mondo del 3570”, è bene fare un po’ di cronostoria. Ma prima di tutto, consentiteci di dire che se qualcuno è demiurgo, cioè divinità capace di creare letteralmente altre persone, che si sbrighino a crearne tante altre, magari più ubbidienti di noi, fedeli, come confà agli schiavi, piuttosto che leali come confà alle persone libere. Queste ultime capiscono che la rappresentanza la si fa per i rappresentati e non per chi, semmai, si concepisse padrone, per quanto economicamente potente.
Il padre putativo di Claudio Giudici, il primo che si accorge di lui a pochi giorni dal suo ingresso tra i tassisti fiorentini e d’Italia, nell’agosto 2007, è Valter Catanese, a quel tempo vicepresidente del radiotaxi a cui Giudici appartiene da sempre, ed allora anche presidente Uritaxi Toscana, e vicepresidente nazionale Uritaxi. Catanese, anche lui persona che ha preso le distanze dall’accordo ItTaxi-Uber, propone subito Giudici agli iscritti, come persona da coinvolgere nel direttivo regionale Uritaxi (a dire il vero gli chiese fin da subito di prenderne la presidenza, ma lui ritenne inopportuno accettare in quanto ero appena arrivato in questo mondo). Così, avanzò la sua candidatura a membro del Direttivo Uritaxi Toscana e viene eletto dalla base dei tassisti iscritti Uritaxi. Da lì comincia fin da subito una collaborazione proficua con l’allora presidente nazionale Uritaxi, Loreno Bittarelli, per cui Giudici, e non solo, va tutt’oggi fiero per quello che negli anni è stato fatto (vorremmo che si notasse che da tutti i canali di comunicazione internet Uritaxi, non abbiamo mai rimosso niente che avesse a che fare con l’ex presidente nazionale Uritaxi, perchè per noi è storia, e storia di cui comunque andiamo fieri). Quando Bittarelli nel giugno 2017 decide di fare un passo indietro (Giudici nel frattempo aveva già ricoperto un doppio mandato di presidente della sua cooperativa radiotaxi), propone il suo nome al direttivo nazionale Uritaxi, come suo successore, in quanto già presidente regionale Uritaxi Toscana. All’unanimità il direttivo sostiene la nomina di Giudici a nuovo presidente nazionale Uritaxi.
Di quel direttivo facevano ed alcuni ne fanno tuttora parte:
Valter Catanese, allora segretario generale Uritaxi, che ha preso le distanze dall’accordo ItTaxi-Uber;
Ermanno Simiani, allora presidente Uritaxi Emilia Romagna e segretario nazionale, che ha preso le distanze dall’accordo ItTaxi-Uber;
Fabio Leviani, allora vicepresidente nazionale Uritaxi, che ha preso le distanze dall’accordo ItTaxi-Uber;
Daniele Saulli, vicepresidente nazionale Uritaxi, che ha preso le distanze dall’accordo ItTaxi-Uber;
Andrea Cappella, presidente Uritaxi Umbria, che ha preso le distanze dall’accordo ItTaxi-Uber;
Giuseppe Mistretta, presidente Uritaxi Liguria, che ha preso le distanze dall’accordo ItTaxi-Uber;
Stefano Sella, presidente Uritaxi Veneto e oggi vicepresidente nazionale Uritaxi, che ha preso le distanze dall’accordo ItTaxi-Uber;
Antonio Abagnale, presidente Uritaxi Abruzzo, che ha preso le distanze dall’accordo ItTaxi-Uber, (poi uscito da Uritaxi, operativo con ItTaxi, ma non è dato sapere se anche con Uber).
Chi non ne prende le distanze ed anzi vi aderisce: sono Vincenzo Mazza, al tempo presidente Uritaxi Lombardia, nonchè socio della s.r.l. 6969 di Milano, e Gaetano Calista, al tempo presidente Uritaxi Sicilia e membro del direttivo del radiotaxi Trinacria di Palermo. Questi ultimi sono usciti da Uritaxi ed operativi con ItTaxi-Uber.
Quindi, continuare a spacciare, una decisione presa a grandissima maggioranza, costosissima – in tutti i sensi: per storia, per undici anni di investimenti fatti, affidamento personale, ecc. – per coerenza, lealtà agli iscritti Uritaxi a cui avevamo sempre spiegato la pericolosità a lavorare per Freenow, Uber o altra multinazionale straniera o italiana, e di lavorare invece solo per i propri radiotaxi di tassisti, come una decisione personale di Giudici, quasi muovesse le fila di tanti burattini, è un non senso. Ricordiamo invece, che a differenza di chi rivolge certe accuse, forse attuando un meccanismo di traslazione sugli altri della puerile postura proprio da essi avuta, i rappresentanti Uritaxi sono persone elette dalla base degli iscritti, ed a questi devono rendere conto, non nominate dall’alto, nè tanto meno a libro paga di nessuno.
Purtroppo la verità dei fatti è la seguente: l’accordo ItTaxi-Uber, lungi dal rappresentare un “accordo che definisce chiaramente i limiti operativi della multinazionale sulla base della legge 21/92” – ma come si fa seriamente a scrivere questa roba su un documento pubblico! – ha dato la stura, ha inferto un’accelerazione ad una multinazionale che era operativa dal 2014 e che fino al maggio 2022 aveva avuto grandissime difficoltà a radicarsi sul territorio italiano. Da quell’accordo – basti cercare le notizie su internet e ricostruirne la cronostoria – ha avuto un’accelerazione esponenziale in tutta Italia, di fatto facendo invadere anche quelle città dove il problema dell’abusivismo su piazza da parte degli ncc non vi era mai stato.
E ancora, ma come si fa ad avere la faccia di parlare di una “guerra priva di ideali” se non parlando di sè stessi, quando si accusa proprio coloro che agli ideali sono voluti rimanere ancorati? Sì gli ideali, perchè questi forse non pagano nell’immediato, ma nel lungo periodo sono quelli che poi rappresentano una solida base di salvezza e crescita! E come si può seriamente autogiustificarsi, dimostrando proprio quanto niente contino gli ideali, scrivendo che il Consorzio ItTaxi “ha dovuto reagire soprattutto dopo aver scoperto che un gruppo di tassisti aveva avviato colloqui con Uber”? Sciocchi! Invece di piagnucolare per il fatto che oggi non vengono più coperte 100 città, in quanto interi radiotaxi (Firenze, Modena, Livorno, Pisa, Brescia, Reggio Emilia, Ravenna, Genova, Sanremo, Bergamo, Rimini, Perugia, ecc.) ne sono usciti, se non si fosse fatto quell’accordo e malauguratamente lo avessero fatto altri, oggi ItTaxi di radiotaxi/comuni aderenti ne avrebbe vantati probabilmente 150!
Un accordo – ed è qui che nessuno dei difensori di un tradimento evidente, in quanto partorito nell’ombra, dovrebbe avere il pudore di non lanciare accuse di livello morale – che ha rischiato di far fallire interi radiotaxi per perdite a valanga di soci, ha visto ribaltare interi c.d.a., ha comportato una divisione nel settore che non c’era mai stata prima, ma soprattutto, come già detto, ha dato in soli due anni un’accelerazione alla uberizzazione dei comuni d’Italia che non si era vista nei precedenti otto anni di presenza della multinazionale.
E sia chiara un’ultima cosa, non esiste alcun movimento “anti-Bittarellismo” (semmai anti-bittarelliano, siamo all’abc della grammatica), di cui, tanto più sia Giudici che noi potessimo aver interesse a rappresentare – ma il più basico ragionamento logico, si riesce a fare? – ma esiste un movimento di tassisti, di radiotaxi e di sindacati, che non vuole vedere distrutto questo lavoro dal dilagare, dallo sdoganamento delle multinazionali, e tanto più di quelle che vogliono far fare agli ncc il servizio taxi.
Oggi non c’è da modificare la 21/92, perchè ogni qual volta lo abbiam fatto, abbiamo lasciato pezzi per strada, ma c’è da far applicare la legge, c’è da difendere i decreti attuativi e non da portare forza lavoro e dunque denaro verso quelle multinazionali che li impugnano. Uritaxi, sotto la presidenza Giudici si è sempre impegnata per l’unità del settore, come abbiamo dimostrato più volte durante i parlamentini taxi, cercando di mediare proprio internamente alle divisioni romane, ma non è possibile questa unità se alcuni vogliono rivedere la normativa proprio oggi che, dopo sette anni, siamo riusciti ad avere i decreti attuativi, se alcuni non vedono questa storia ma ritengono gli accordi fatti con le multinazionali come un qualcosa da diffondere in tutta Italia. Siamo, fortunatamente per la nostra stessa dignità, ma malauguratamente per il settore, su due pianeti diversi e questi signori non stanno distruggendo solo il loro di pianeta, ma anche il nostro.
Il Direttivo nazionale Uritaxi
Ultima modifica: 4 Marzo 2025