655-asPer quasi 4 ore i tassisti fiorentini si rinchiudono ieri in un’assemblea-bunker alla casa del popolo di San
Bartolo a Cintoia e quando ne escono, in tempo per portare i clienti allo stadio verso le 19, il verdetto è secco
anche se non sta scritto nella nota ufficiale stile Minculpop che il leader della categoria, Claudio Giudici, si
incarica di leggere: guerra a oltranza finché il sindaco non accetta un «incontro urgentissimo». Tradotto: i
blocchi proseguiranno e si accentueranno e nuove forme di rivendicazione sono già pronte se Nardella
rifiutasse l’incontro.
Scioperi, cortei, volantinaggi.
Nulla di deciso ancora. E men che meno filtra da questa comunità chiusa a riccio, che tiene lontani i
giornalisti, li guarda con aria di sfida e alla fine dell’assemblea li invita solo per comunicare una decisione
presa in maniera collettiva: «Non si accettano domande».
Sentinella di un clima infuocato. Esplosivo. Nardella li incontrerà? Non ha ancora deciso. Forse sì ma non
subito. Gli oltre 300 che assiepano ieri San Bartolo a Cintoia sono però autisti pronti a tutto, diffidenti forse
persino dei loro rappresentanti di categoria. Nemici di Uber, convinti che il male assoluto sia il traffico. E
decisi a infliggere al sindaco Nardella una lezione. Quale? Il misterioso blocco dei centralini telefonici è
probabilmente destinato a durare, anche se ufficialmente le cooperative parlano di guasto. E non è esclusa
anche un’altra ritorsione: di fronte alla richiesta di Nardella di mettere in pista 30 licenze “ter”, temporanee,
ora le due cooperative Socota e Cotafi potrebbero rifiutarsi di comprare le auto necessarie. O quantomeno
potrebbero rallentare l’investimento da 1 milione di euro che si erano dette pronte a fare prima della svolta
decisionista di Nardella che due giorni fa in giunta ha portato la delibera per 100 nuove licenze.
Conseguenza? Palazzo Vecchio non avrà prima di 8 mesi in strada i nuovi 70 tassì “fissi”, quelli da
assegnare col bando. E non potrà nemmeno contare nel giro di poco sulle licenze “ter” che invece sognava di
avere disponibili nel giro di un paio di mesi al massimo. Le richieste dei tassisti a Nardella sono
principalmente 4: riaprire il tavolo della discussione sul numero di licenze in più, riconoscere che il problema
sono i cantieri e la mancanza di corsie preferenziali, stoppare Uber, rinunciare alla geolocalizzazione chiesta
dal Comune e smentire l’equivoco del presunto assenteismo dei taxi che non rispetterebbero i turni. Secondo
molti dovrebbero essere felici di un nuovo bando per 70 licenze che agevola i loro parenti e figli per
l’assegnazione e gli porta in tasca circa 20 mila euro a testa per via della legge Bersani sugli indennizzi.
Invece i tassisti sono furiosi. E intendono proseguire con una protesta ormai anche personale contro
Nardella, reo a loro dire di averli umiliati: «Ci ha trattati peggio degli ambulanti di San Lorenzo.
Ma noi gli facciamo vedere i sorci verdi», mugugnava qualcuno ieri fuori dall’assemblea mentre al bar della
Casa del popolo gli anziani ragionavano più o meno così: «Ma che ci fanno i tassisti qui? Sono furiosi perché
guadagneranno meno? Poverini…».
Col Comune la battaglia è all’ultimo sangue: «I tassisti svolgono un servizio pubblico e con il loro
comportamento stanno danneggiando i fiorentini e causando disagi alla circolazione cittadina», tuona
l’assessore al traffico Stefano Giorgetti. «Funzionano le linee telefoniche quando tutti provano a chiamare il
telefono in un determinato momento ed in una determinata zona? Oppure sono liberi i caselli autostradali
durante l’estate? No, perché ogni attività per essere economicamente sostenibile non viene calibrata su
picchi limitati nel tempo. Non siamo chauffeur personali pronti a schiocco di dita», si ribella Giudici capopopolo intellettuale, che nel 2011 finì sul Financial Times parlando contro le liberalizzazioni annunciate
da Monti. Albergatori e Confesercenti si schierano col Comune: sì alle nuove licenze, che non saranno la
panacea ma miglioreranno le cose.

 

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Ultima modifica: 24 Settembre 2015