551-txSciopero dei taxi a Firenze martedì 26 gennaio. Ad annunciarlo, sul sito unicataxifirenze.com, Roberto Cassigoli, di Uncia Taxi Cgil, Lanfranco Ricci, di Uil trasporti taxi, Fabio Macchiavelli, per Asa Taxi Cisal, e Marzio De Vita, per Confartigianato. Le sigle sindacali hanno infatti proclamato “una giornata di lotta dei tassisti fiorentini per la legalità”, che si svolgerà le ultime quattro ore di lavoro di ogni turno di servizio e che si svolgerà anche in altre città europee, a partire da Parigi. Previsti anche volantinaggi e presidi nei principali posteggi e nelle aree di lavoro dei tassisti. La categoria protesta contro la concorrenza sleale di chi opera «in dispregio della legislazione vigente».
“In tutto il mondo – si legge nella nota dei sindacati – si va sviluppando un uso di tecnologie e delle autorizzazioni che non rispetta le leggi e le regolamentazioni vigenti nel settore del trasporto persone non di linea, cioè taxi e ncc”. Il riferimento è quindi a realtà tipo Uber e agli ncc che non operano nella legalità. Ma lo sciopero s’inserisce anche nel contesto fiorentino, dove non solo è sbarcato da poco tempo il servizio Uber, ma esistono anche, come denunciato più volte dalla categoria, ncc abusivi. Ma lo sciopero è l’occasione per i tassisti per far sentire la propria voce, in un momento in cui esistono frizioni con Palazzo Vecchio in merito al mancato rispetto dell’accordo sulle licenze temporanee siglato a ottobre. Un problema sollevato nei giorni scorsi, non senza polemiche e botta e risposta, dal presidente di Uritaxi toscana e della cooperativa fiorentina del 4390, Claudio Giudici.

E proprio Uritaxi non aderisce allo stop del 26 gennaio. «I motivi sono giusti, ma quello non è uno sciopero serio e non serve a niente: quattro ore di stop alla fine di ogni turno, con turni che si accavallano e con la mole di lavoro ridicola che c’è, non è uno sciopero», dice Giudici. “E’ uno spot, una presa di giro per gli operatori del settore che si tradurrà in un assist alle inadempienze di Palazzo Vecchio. Stia tranquilla la nostra clientela che non subirà disagi”. “Gli scioperi seri – aggiunge – si fanno quando ci sono possibilità di veder tornare sui propri passi chi, dovendo decidere, risulti affidabile e credibile. Quando il nostro interlocutore, e cioè l’amministrazione comunale, si dimostra completamente inaffidabile, è meglio scegliere la forza della legge. Ed è per questo che da qui in poi lavoreremo solo con giudici e Procure. Non abbiamo altra scelta per far valere i nostri diritti e accordi ancora una volta calpestati”.

 

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Ultima modifica: 18 Gennaio 2016