Uber è di nuovo ai ferri corti con un’amministrazione pubblica, quella dello Stato della California, Stati Uniti. Il motivo, questa volta, non è nella presunta violazione delle norme sull’esercizio dell’attività di taxi, bensì nell’interpretazione del Codice della Strada in materia di circolazione di vetture a guida autonoma. Mercoledì scorso la società ha infatti avviato la sperimentazione pubblica del servizio di trasporto di passeggeri con auto senza conducente a San Francisco, città in cui Uber ha sede; tuttavia, il Dipartimento della Motorizzazione californiano ha fatto sapere che il servizio viola le leggi in materia di circolazione, di conseguenza l’azienda deve sospenderlo e richiedere un’autorizzazione per poterlo riavviare.
Un “invito” che Uber ha rispedito al mittente due giorni dopo, sottolineando per bocca di Anthony Levandowsky, vicepresidente per la tecnologia di guida autonoma, di voler proseguire la sperimentazione in quanto le sue auto “driverless” non contrastano le norme del Codice essendo costantemente monitorate durante la circolazione da un operatore umano a bordo, pronto a prenderne il controllo in caso di necessità. “Sebbene queste (auto) rappresentino lo stato dell’arte della tecnologia, richiedono ancora la costante supervisione di un operatore e quindi non sono diverse da qualunque altra vettura attualmente su strada”, ha aggiunto il manager. Immediata la replica della Procura generale dello Stato della California, che in una lettera intima alla società di togliere immediatamente i suoi veicoli a guida autonoma dalle strade fino a quando non avrà ottenuto la necessaria autorizzazione; in caso contrario, il procuratore emetterà un provvedimento ingiuntivo e altre sanzioni.
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Ultima modifica: 20 Dicembre 2016