Adesso, per il sindaco, sono dolori. Nemmeno una settimana dopo aver incontrato i tassisti – che minacciavano di bloccare l’Ostensione della Sindone – e aver promesso tolleranza zero nei confronti di Uber, Fassino e il Comune si trovano a fare i conti con la Giustizia. Mettere le ganasce alla multinazionale californiana, che con il servizio UberPop permette a chiunque di registrarsi come autista e trasportare le persone sulla propria vettura, adesso sarà dura.
Il giudice di pace Marco Boretti ha accolto il ricorso di un driver fermato lo scorso dicembre dai vigili mentre trasportava un «cliente» e sanzionato per la violazione dell’articolo 86 del codice della strada che disciplina il «servizio di piazza con autovetture con conducente o taxi». Niente confisca del veicolo, ritiro della patente e multa da 2 mila euro circa, dunque: secondo il giudice chi è iscritto a UberPop non può essere considerato un tassista abusivo. L’applicazione, infatti, è un «rapporto privatistico di trasporto» e non ha alcuna delle caratteristiche che invece contraddistinguono i servizi «di piazza». Non è un servizio pubblico: «Non è previsto lo stazionamento delle vetture negli spazi riservati, né l’obbligatorietà della prestazione, tantomeno si è tenuti all’applicazione di tariffe predeterminate dal Comune».
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Ultima modifica: 21 Aprile 2015