Se oggi milioni di cittadini non sono in piazza a manifestare, è solo per il grande senso di responsabilità degli Italiani, e non per un’implicita approvazione all’operato di Unione Europea e Governo.
Come tassisti e relative famiglie, nell’attesa che il già richiesto obbligo di protezione sanitaria per la nostra clientela venga disposto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) prima di dover registrare altri decessi al nostro interno, ci limitiamo a rimettere all’attenzione del Governo un facile “conto della serva”, che alla luce delle azioni da esso sinora intraprese, probabilmente sfugge.
Una famiglia normale, solo per la sussistenza, tra abitazione e alimentazione, se ha la fortuna di non avere un affitto, ha almeno 1000€ al mese di spese. Se trattasi di un imprenditore, a questi costi dobbiamo aggiungere altri costi “n”. Nel caso di un tassista, al netto delle tasse, considerando che almeno l’80% dei tassisti ha da tempo desistito dal lavorare a causa di un crollo del lavoro tra il 95% e il 100% (in relazione ai turni), possiamo stimare in altri 700€ al mese i costi vivi di gestione (radiotaxi, manutenzione, contabilità, carburante rapportato ai livelli di spostamento attuali), tralasciando altri 500€ al mese per l’auto, qualora la rata ti sia stata sospesa.
Senza cadere nella trappola del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) in cui già la Grecia cadde – e comprendiamo che a certi ambienti la cosa non desti preoccupazione, visto che l’austerità che ne deriverebbe, colpirebbe gravemente solo la persona e la famiglia media -, se il Governo non ricorre alla “monetizzazione” suggerita dai 101 economisti, tra cui Jean Paul Fitoussi e James Galbraith, tramite la Bce o con il “faremo da soli” più volte enunciato dal Primo Ministro Conte, si renderà responsabile di una desertificazione economica senza precedenti. Se il Governo ha un contatto con la realtà non può non sapere che oggi la stragrande maggioranza delle partite iva non ha risparmi per affrontare in autonomia lo zero reddito di questa fase e di quella molto simile che ci attende. Abbiamo già inviato ai tecnici del M.i.t. le nostre proposte per affrontare questa crisi, per ora grandemente inascoltate alla luce dei numeri sopra riportati, ma solo con la straordinaria “monetizzazione dei 101” potranno essere realizzate.
I nostri piccoli imprenditori e le nostre famiglie sono al limite della tenuta, così come le cooperative radiotaxi con i loro dipendenti, e lo stesso vale per il complessivo tessuto produttivo che serviamo: se salta il ristoratore, l’albergo, il parrucchiere, il libero professionista, saltano pure tutti i loro dipendenti, e passata la crisi sanitaria, i pochi superstiti non avranno più un mercato da servire.
Claudio Giudici
Presidente nazionale Uritaxi