663-rsVietati al Colosseo, spuntano a Castel Sant’Angelo. Sfrattati a pugno duro dai Fori imperiali, da Fontana di
Trevi e dal Pantheon, si riciclano a due passi dalla basilica di San Pietro. Una vetrina di spicco non da
poco, a dieci giorni dall’apertura del Giubileo. È il fisiologico sistema di auto-riproduzione spontanea di un
business abusivo come quello dei risciò. Vale a dire i trabiccoli a tre ruote di esotica memoria. Non solo.
Perché all’ombra della fortezza dei papi, appaiono anche loro, i finti centurioni. Stessa armatura di plastica
e sandali da mare, l’ultima legione di figuranti torna a vendere pose gladiatorie ai turisti.

A tre giorni dalle ordinanze urgenti firmate dal commissario del Comune Francesco Paolo Tronca, che
vietano sia l’attività nel centro storico di “cicloturismo” e “eco-taxi” per i velocipedi a tre o più ruote («anche
a pedalata assistita dotati di un motore ausiliario elettrico»), e interdicono «qualsiasi attività che preveda la
disponibilità ad essere ritratto come soggetto in abbigliamento storico in fotografie o filmati dietro
corrispettivo in denaro». Eppure, ecco che gli operatori del pedale e quelli del gladio di gomma si
riorganizzano. Settantadue ore per studiare un piano d’azione alternativa, e si riparte con l’abbocco del
turismo ecologico. Lo spettacolo andava in scena ieri. Palcoscenico, un monumento blockbuster come
Castel Sant’Angelo in consegna al Ministero per i Beni culturali e per il turismo, il terzo sito più visitato della
capitale (dopo Colosseo e Pantheon) con una media di cinquemila visitatori al giorno.

Un fenomeno «che in queste ore è comunque all’attenzione del prefetto», commentano da Palazzo
Senatorio, «non a caso l’ordinanza urgente di Tronca in caso di necessità può essere integrata. Se il
fenomeno viene verificato in altre zone non comprese dagli attuali divieti si valuterà l’opportunità di
inserirle». «In questo momento la Polizia locale sta svolgendo attività di controllo sulla base dell’ordinanza –
continuano dallo staff del commissario Tronca – ma se dal comando dei Vigili arrivano nuove indicazioni, è
possibile allargare il perimetro dei divieti». L’ordinanza prevede, infatti, che «in caso di necessità, potrà
essere integrata per l’applicazione in altri luoghi che saranno segnalati in base alle rilevazioni del
fenomeno».
La nuova stazione dei risciò è un punto strategico. L’area pedonale delimitata tra i lungotevere Castello e
Vaticano, via della Conciliazione e piazza Pia. Un punto quanto mai nevralgico di raccolta per i velocipedi.
Una zona che non rientra, appunto, nell’elenco dei siti vietati dall’ordinanza (in tutto sono 21), che per il
Vaticano prende in considerazione solo piazza Risorgimento, via Ottaviano, via di Porta Angelica e via del
Mascherino. E per tutta la mattinata, è stato un via vai di pedalate (come raccontano le fotografie qui
pubblicate).

Tra le ore 12 e le 13:30 se ne contavano (senza prendere in considerazione tutti i mezzi in circolazione, già
partiti con i clienti) oltre una decina, parcheggiati su doppia fila nella piazzetta più ambita, con San Pietro
sullo sfondo e Castel Sant’Angelo a pochi metri di distanza. Nel cuore di un flusso continuo di turisti, che
garantisce i guadagni super. Il giro d’affari non lascia indifferenti. Si stimavano almeno 200 euro a risciò
guadagnati al giorno, fino a 350 euro in alta stagione. Sui tettini che coprono i sedili, poi, i risciò sfoderano
persino pubblicità varie. A che titolo? Per conto di chi? Con quale autorizzazione? Sollecitato sul fenomeno
dei risciò a San Pietro il comandante della Polizia municipale Raffaele Clemente replica cauto: «Non posso
commentare quello che fanno i risciò, se sono fuori dalla zona di interdizione». Ma nello tesso orario, ieri, il
suk di Castel Sant’Angelo si animava anche con qualche centurione. Si muovono con disinvoltura sulla
piazza. La dinamica è sempre la stessa.

 

messaggero

 

 

Ultima modifica: 30 Novembre 2015