Quanto riportato nel nuovo Dpcm in materia di trasporto pubblico non di linea è di una gravità senza precedenti! Trattandosi di Dpcm, ed intuendo dalle proteste interne alla stessa maggioranza, che qua la mano sinistra non sappia cosa fa la mano destra, mi rivolgo direttamente al Presidente Conte, chiedendogli cosa direbbe lui se un suo congiunto fosse tassista, nel sapere che la clientela deve essere protetta dalla eventuale viralità di quest’ultimo, ma non viceversa. Ciò che ci indigna è che questo doppiopesismo relativo alla considerazione della vita umana è stato già stigmatizzato con comunicazioni protocollate, in quanto si protrae oramai da circa un mese, con l’aggravante che la nostra categoria ha visto tra le sue fila già tre vittime. Dobbiamo prendere atto che la non protezione economica della piccola imprenditoria in genere, nel nostro caso è anche non protezione di vite umane che evidentemente sono considerate di serie B.
Il Governo deve colmare subito questo recidivo doppiopesismo! Fino ad allora, consapevoli che la violazione delle leggi dello Stato sia un reato, ma non nel caso di questo Dpcm nella parte che ci riguarda, vista la sua manifesta violazione dell’art. 3 Cost. sull’uguaglianza e pari dignità di tutti i cittadini, riteniamo doveroso che ogni operatore del trasporto non di linea, a tutela della propria dignità personale, in segno di disobbedienza civile, e a tutela della propria salute, di quella della propria famiglia, nonché della stessa clientela che siamo chiamati a servire, eviti di trasportare clientela sprovvista dei dispostivi di protezione individuali, finché per essi stessi invece ne permarrà l’obbligo.
Claudio Giudici
Presidente nazionale Uritaxi