Settimana decisiva per la discussione al Senato sul ddl concorrenza. L’esame prosegue a rilento, ma da mercoledì in commissione Industria saranno esaminati i nodi più problematici, quelli riguardanti, tra l’altro il “trasporto pubblico non di linea”: taxi e Ncc. A sparigliare le carte c’è un emendamento della senatrice Pd Linda Lanzillotta che apre a «piattaforme online che andranno poi regolamentate». È l’ingresso di Uber in Italia: la multinazionale della Silicon Valley è stata respinta a suon di proteste a Parigi come in Germania e in Italia c’è stata una sentenza del tribunale di Milano a maggio che l’ha definita “fuorilegge”.
Ma adesso si apre una finestra dalla quale potrebbe rientrare. Nell’emendamento si prevede la registrazione della piattaforma presso un apposito registro e norme più stringenti per gli automobilisti che si improvvisano conducenti, anche per garantire la sicurezza dei passeggeri. Il tutto da regolamentare entro sei mesi con un decreto del governo. A questo si uniscono altri emendamenti che eliminano l’obbligo di riconsegnare l’auto in rimessa (per gli Ncc), e le stesse rimesse possono anche non trovarsi nel Comune nel cui si esercita l’attività. «È il Far West», dicono i tassisti. La senatrice risponde che il tutto serve ad aumentare la concorrenza: «Non ha mai fatto male. Anzi lo stesso servizio taxi è migliorato. E poi Uber c’è anche a New York, perché da noi deve essere vietato?».
C’è il grande tema della sicurezza dei cittadini utenti. «Nel mio emendamento – spiega Lanzillotta a Metro – affido a un successivo decreto la determinazione del regime di sicurezza che tutti, taxi, Uber e gli altri, devono seguire a tutela dei consumatori. Tra l’altro prevedo che gli autisti debbano comunque avere dei requisiti professionali. Non è che chiunque può fare il tassista». La senatrice precisa: «La norma prevede l’obbligo di registrazione delle piattaforme e l’individuazione di requisiti e obblighi per gli autisti per garantire la sicurezza stradale e l’incolumità dei passeggeri, sia con riferimento all’efficienza delle vetture che all’idoneità dei conducenti, anche tramite adeguate coperture assicurative per il trasporto di persone. Non è il Far West, è concorrenza».
Loreno Bittarelli, presidente della cooperativa romana radiotaxi 3570, precisa: «Noi siamo aperti all’arrivo di chiunque, ma sia chiaro, o si applicano le regole del trasporto pubblico ai privati oppure ci sentiremo tutti liberi di fare come ci pare». Aggiunge Barbara Covili, general manager di MyTaxi, app made in Daimler: «Su obblighi tariffari, orari e revisione dei mezzi si deve concorrere ad armi pari. Altrimenti, altro che concorrenza, diventa corsa al ribasso sia, sui prezzi, sulla qualità e sulla sicurezza. A discapito del cliente e non a suo vantaggio».
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Ultima modifica: 22 Febbraio 2016