COMUNICATO AGLI ASSOCIATI

Avevamo detto che avremmo atteso di vedere di che panni si sarebbe vestito il Governo col nostro settore prima di ogni azione e, purtroppo, dopo quasi tre anni dalla promulgazione della legge 12/2019 per la riforma del trasporto pubblico non di linea, l’inserimento del nostro settore nel d.d.l. concorrenza, vanifica ogni speranza di produzione dei tre decreti attuativi tanto attesi, e addirittura apre le porte a nuovi stravolgimenti!

Di fatto le nostre istituzioni repubblicane hanno violato la parola data, così violando il principio di lealtà che dovrebbe dominarle in ogni loro rapporto con i cittadini e più nello specifico col cittadino-lavoratore. 

Infatti, dopo una riforma condivisa con l’attuale Parlamento, il comparto taxi, vittima da anni del perpetuarsi del fenomeno dell’abusivismo, ha accettato una serie di costose modifiche legislative affinché le istituzioni mettessero in piedi una serie di strumenti idonei alla tutela dei servizi pubblici (taxi ed n.c.c.) dati in gestione agli artigiani privati protagonisti del trasporto pubblico non di linea. Ma ora, che non vi sia intenzione di rispettare la parola data, è messo nero su bianco da questa nuova richiesta di riforma del settore, passante per il d.d.l. concorrenza! Un qualcosa di non ancora scritto, ma con la evidente finalità di regalare il settore a colossi multinazionali stranieri.

E’ per questo che, in coerenza col percorso che ci eravamo riproposti di seguire, una volta visto il nostro inserimento nel d.d.l. concorrenza, da cui tra l’altro la direttiva Bolkestein esenta i settori regolamentati a natura locale, abbiamo convenuto sulla necessità di dare un segnale forte unitario al Governo, che non potrà concludersi con la manifestazione di sciopero indetto per il prossimo 24 novembre, ma dovrà, in assenza dello stralcio dell’art. 8 e della produzione dei decreti attuativi che obbligherebbero il nostro Governo, andare ad oltranza con iniziative di protesta in ogni città italiana. 

Auspichiamo che questo percorso sia il più unitario possibile, e che da parte di tutti vi sia – duole purtroppo doverlo dire – senso di responsabilità e reciproco rispetto, anteponendo l’interesse della Categoria alle logiche di bottega. La sfida che abbiamo oggi davanti, se mal affrontata, segnerà la fine del nostro settore per come lo conosciamo. In ballo ci sono lavoro, mutui, ipoteche sulle case e dunque il presente e il futuro delle nostre stesse famiglie. 

Non è il tempo della sempre tollerata immaturità, pavidità e il fare affari col nemico (ossia le multinazionali!), ma quello della maturità, del coraggio e della coerente scelta di campo del lavorare con i radiotaxi dei tassisti italiani! 

Firenze, 11.11.21

Claudio Giudici
Presidente nazionale Uritaxi

Ultima modifica: 11 Novembre 2021