Le auto bianche minacciano lo sciopero se il Pd non ritirerà gli emendamenti pro Uber e Ncc al ddl concorrenza. Per le prime si va verso lo stralcio, ma sulle auto con conducente i dem potrebbero tirare dritto. Mercoledì vertice al ministero dei Trasporti per trovare un’intesa in extremis e scongiurare il blocco della città.
Lo schema è sempre lo stesso, già collaudato a Londra e Parigi. Migliaia di taxi che invadono le principali strade cittadine, chiudendo i varchi e paralizzando intere capitali. Succederà, forse, ancora una volta, anche a Roma, dove per il prossimo 18 marzo sono attese fino a 10 mila auto bianche, pronte a riversarsi nel centro storico. Il motivo? Sempre lo stesso, la possibile messa in regola tramite il ddl concorrenza di Uberpop, l’app che consente a qualunque possessore di auto dotato di smartphone o tablet di improvvisarsi autista a pagamento.
Un servizio tutt’oggi fuorilegge, che però secondo i tassisti rappresenta una concorrenza sleale a chi la licenza l’ha pagata profumatamente. Tutto dipenderà da un incontro in programma mercoledì prossimo al Ministero dei Trasporti. Da una parte il governo, dall’altra le rappresentanze dei tassisti. Se il primo non farà in modo che vengano ritirati gli emendamenti pro Uber e pro Ncc al ddl presentati dal Pd, i secondi scenderanno in piazza e Roma sarà bloccata per ore.
La protesta contro Uber infiamma l’Europa da mesi, con l’ultimo capitolo che, salvo intese in extremis, andrà in scena proprio questo venerdì nella Capitale. Obiettivo, bloccare la città un po’ come avvenuto a Londra dove oltre 8 mila Black Cab londinesi hanno paralizzato Whitehall, mentre a Parigi oltre mille vetture hanno impedito l’accesso agli aeroporti di Charles De Gaulle e Orly, scatenando una guerriglia urbana con pneumatici bruciati e lancio di lacrimogeni.
Lo scontro che si sta consumando al Senato vede parte del Pd intenzionato a imporre a Uber la registrazione presso un apposito albo. Misure che però non hanno mai convinto i tassisti, che vedono nella proposta della senatrice dem Linda Lanzillotta una chiara legalizzazione di un servizio che pratica della concorrenza sleale. Ma le regole pro Uber potrebbero non vedere la luce nemmeno stavolta. Secondo alcune indiscrezioni raccolte a Palazzo Madama, il pressing delle lobby sarebbe tale da aver già indotto una larga parte del Pd a un ripensamento. Uno stop che, se confermato, farebbe il paio con l’improvviso dietrofront di dicembre, quando il governo sarebbe dovuto intervenire su Uber con il decreto Milleproroghe, salvo cambiare idea all’ultimo e rimandare tutto di un anno. Passo indietro o meno del Pd, le auto bianche sembrano almeno a parole intenzionate a invadere Roma.
A spiegare ancora una volta le ragioni della protesta è Loreno Bittarelli, a capo della cooperativa 3570, tra le maggiori in Europa. “Noi siamo pronti e aperti al confronto e per questo mercoledì avremo un confronto al ministero dei Trasporti per verificare le intenzioni del governo verso le nostre istanze”, anticipa Bittarelli a Radiocolonna. “Non vogliamo solamente lo stralcio degli emendamenti su Uber ma anche quelli sugli Ncc. Se saranno eliminate anche queste proposte di modifica allora siamo pronti a non scioperare”, avverte. Due infatti sono le norme sugli Ncc proposte dal Pd e che piacciono poco ai tassisti. L’eliminazione dell’obbligo, vecchio di 25 anni, di tornare in garage nel Comune nel quale hanno ottenuto la licenza prima di caricare un altro cliente e l’ampliamento delle licenze, da comunali a regionali. Se la spunteranno tassisti o Pd è da vedere.
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Ultima modifica: 13 Marzo 2016