Un fantoccio con il volto raffigurante l’assessore alla Mobilità del comune di Milano, Pierfrancesco Maran, è stato esposto questa mattina in via Donati.
Sul manichino, appeso a un cavo per il collo, è stato scritto il cognome dell’assessore con lo spray e all’altezza del pube è stato attaccato un foglio con la scritta “Go home” (vai a casa) sotto l’immagine di Benedetta Arese Lucini, la manager italiana di Uber, la societa’ di autonoleggio con conducente. Il gesto non è stato rivendicato ma rientra probabilmente nelle proteste degli ultimi mesi dei tassisti contro il servizio autorizzato dal Comune.
Il presidente del comitato promotore del referendum Milanosimuove ha condannato il gesto: “A seguito dell’indegna messinscena di questa mattina con l’esposizione in via Donati di un manichino impiccato con le fattezze dell’assessore Maran, nel manifestare la mia solidarietà allo stesso, credo sia doveroso chiedere che le associazioni che rappresentano i tassisti si dissocino pubblicamente da chi ha commesso il fatto. Purtroppo da parte di una minoranza, speriamo molto esigua, di taxisti si è ampliamente superato il livello della legittima difesa dei propri interessi nel contestare la concorrenza di Uber.
Il clima di violenza e di intimidazione che si è creato, oltre che inammissibile, nuoce alla stessa categoria dei taxisti che, anzichè difendere rendite di posizione potrebbero giocare un ruolo attivo e propositivo in una città come Milano che negli ultimi anni sta puntando alla riduzione dell’uso dell’auto privata a favore del trasporto pubblico e della mobilità collettiva, anche grazie alla spinta esercitata dai cittadini con i referendum per l’ambiente approvati nel giugno 2011”.
Fonte: il Giorno
Ultima modifica: 17 Settembre 2014