Parte piano il negoziato sul riordino della normativa sui servizi di taxi e noleggio con conducente (Ncc). Ieri, alla prima seduta del tavolo tecnico convocato al ministero dei Trasporti, si è decisa una pausa di una settimana. L’hanno chiesta i sindacati dei tassisti che vogliono attendere di vedere cosa succederà al Senato, dove si sta esaminando il Ddl sulla concorrenza.
Si profila dunque lo sforamento del termine di un mese che gli stessi sindacati dei tassisti avevano accettato nella concitata trattativa del 21 febbraio col ministro Graziano Delrio. Anche perché ieri le 21 sigle di categoria si sono riunite al termine dell’incontro, firmando un documento comune per dichiarare che la loro presenza al tavolo è condizionata ad un «impegno politico inequivocabile del governo»a non accogliere eventuali emendamenti al Ddl concorrenza per «sostenere il proprio testo di legge delega inserito nel Ddl 2085, nella stesura originaria, presentato e accolto in commissione il 14 luglio 2016». Comunque il chiarimento politico, secondo i sindacati dei tassisti, dovrà arrivare entro il 9 marzo.
Alcune sigle lamentavano anche l’assenza di un interlocutore politico al tavolo di ieri ed hanno chiesto delucidazioni sulla posizione del ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda. Ma una presenza politica al tavolo di ieri era esclusa in partenza: era un incontro tecnico. Quanto ai rappresentanti degli Ncc, pure presenti al tavolo, hanno commentato che i tassisti con la loro posizione hanno posto una pregiudiziale politica, che ha messo in imbarazzoi rappresentanti dei due ministeri, che non avevano mandato a discutere aspetti politici. Per questo gli Ncc vigileranno per evitare «colpi di mano». Il ministro Delrio ha confermato che sui taxi «abbiamo preso impegnie quelli cerchiamo di rispettare», aggiungendo che «tutti devono ricordarsi e rispettare allo stesso modo il lavoro del Parlamento, che è un’istituzione democratica».
L’accordo del 21 febbraio contiene un impegno a preparare entro un mese due testi: un decreto interministeriale con le misure anti abusivismo e uno schema di Dlgs di riordino della legge quadro, partendo dal testo del governo. Il Dlgs dovrebbe essere delegato dal Ddl concorrenza, che l’8 marzo dovrebbe riprendere il suo faticoso (tre anni, sinora) cammino parlamentare. Il lavoro sul Dlgs doveva quindi essere un anticipo sul Ddl, ma a questo punto pare possa solo accompagnarlo, allungando i tempi della riforma del settore. A Roma, intanto, se il sindaco Virginia Raggi ha espresso sostegno ai tassisti, nel Consiglio metropolitano il M5S ha proposto un nuovo regolamento Ncc (compresi gli affiliati a Uber), con un via libera generalizzato: «Tutte le autorizzazioni già assegnate dai Comuni alla data di approvazione del regolamento potranno permanere, anche se in numero superiore a quelle previste dall’applicazione» dei nuovi criteri. In sostanzai piccoli comuni potranno emettere licenze bypassando il rapporto tra numero di autorizzazioni e residenti stabilito dalla legge regionale sul Tpl numero 58/1993: la proposta M5S consentirà ai piccoli centri di inserire, nel calcolo della popolazione, un «coefficiente correttivo» per comprendere anche «poli generatori/attrattori di mobilità ancorché non presenti sul proprio territorio».
Il tutto a condizione che siano «localizzati in comuni limitrofio che interferiscano funzionalmente con il territorio dell’amministrazione comunale». In questo quadro l’ufficio studi della Cgia di Mestre, evidenzia chei costi di gestione dei taxi italiani sono più elevati della media dei Paesi dell’Area euro. Il gasolio costa il 13,4% in più, la pressione tributaria supera di oltre 4 punti percentuali la media, la Rc autoè più alta del 57%e l’aumento medio del listino prezzi delle vetture tra il 2007 (anno pre•crisi) e il 2016 è stato del 14,4% (ma andrebbero considerati i prezzi al netto dei forti sconti).
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Ultima modifica: 1 Marzo 2017