Il controllo gps? «Contrarissimi, è un controllo modello Pinochet», dice il presidente della
Confartigianato taxi Marzio De Vita tirando in ballo perfino il colpo di stato cileno. Tantomeno si parli di
aumentare le licenze rispetto alle quasi 660 già esistenti. «Sarebbe come imporre l’acquisto di 100 bus in più
al giorno perché si saltano 100 corse al giorno», dice Walter del Bene della Uil trasporti. Quanto alle tariffe
«l’adeguamento Istat ci spetta di diritto, per noi sarebbero 7 euro in più al giorno», insiste Alessandro
Cioncolini dell’Unica taxi. Muro su muro dunque. E tutti compatti contro Palazzo Vecchio. Al di là della
minaccia di Roberto Cassigoli della Cgil all’assessore Giovanni Bettarini («Anche lui sa come finì la vita di
San Lorenzo»), nel merito gli ‘altri’ sindacati la pensano all’unisono.
Solo sulla centrale unica del radiotaxi mostrano idee diverse: «Come Confartigianato siamo favorevoli, ci
siamo già esposti su questo punto», rompe il fronte il presidente De Vita.
Cioncolini, per dire, la pensa all’opposto: «Se per caso una va in tilt, resta sempre l’altra. Una centreale unica
finirebbe per peggiorare il servizio», dice.
Per il resto però, difesa corale.
Del resto perfino sulle parole di Cassigoli nessuno pronuncia la parola ‘condanna’: «Ha scritto quella cosa in
via amichevole», dice Cioncolini. «La troppa amicizia tra Cassigoli e Bettarini ha portato a dire cose che sono
state interpretate in modo sbagliato», ipotizza Del Bene. «Una frase infelici, ma non vorremmo si usasse
come pretesto per bloccare la trattativa», aggiunge De Vita.
Licenze, Gps, e adeguamento delle tariffe restano anche per gli ‘altri’ sindacati dei punti imprescindibili. «Non
esiste in nessuna città del mondo. Le coop il gps ce l’hanno già, sanno quando entriamo in servizio e anche
quali sono i tragitti che facciamo», dice De Vita di Confartigianato. «Ne parleremo con l’amministrazione»,
taglia corto Del Bene della Uil. Mentre Cioncolini: «Hanno già tutto, non capisco. E la privacy?».
Tutti quanti invitano Palazzo Vecchio a tenere conto di quello che sta vivendo Firenze in questi anni: «Una
trasformazione pari solo a quella vissuta nell’Ottocento». Del Bene punta dunque sulle alternative:
«Aumentare le licernze? Pensiamo ai taxi multipli piuttosto, alla riorganizzazione dei turni di servizio». Il tema
viabilità va affrontato in modo globale, fa notare Cioncolini: «Se Ataf perde 1.700 corse in due mesi un motivo
dovrà pur esserci. Qualcuno ha pensato a cosa accadrà quando i cantieri tramvia porteranno alla chiusura di
via Valfonda? La nostra risposta non potrà arrivare in 3 minuti».
Eppoi, avverte De Vita: «Se aumentiamo le licenze per rispondere ad una necessità contingente, che
facciamo quando sarà finita? Passiamo i sei mesi dell’ inverno fermi per ore alle piazzole, come si pensa che
possiamo accettare nuove licenze?». Senza contare che le strade sono quelle che sono, quando arriva un
treno con 100 passeggeri avere auto in più non fa la differenza, teorizzano i rappresentanti dei taxi.
E se Daniele Calosi della Fiom parla, a proposito dei tassisti, di denunce redditi da cassintegrati, la reazione
dei sindacalisti varia solo in base al carattere: «Se si continua così, alla fine parte una denuncia per
diffamazione. Non siamo evasori, lavoriamo 12 ore al giorno e nostra denuncia media è di 40mila euro», dice
De Vita. Mentre Cioncolini dell’Unica invita Calosi ad un incontro chiarificatore.
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Ultima modifica: 13 Agosto 2015