Uritaxi non parteciperà all’incontro promosso dagli altri sindacati toscani con Regione, Comune e società tecnologiche terze.
Seppur avendo considerato fin da subito velleitaria l’iniziativa che ci era stata proposta, di cercare di costruire un’argine insieme alla Regione Toscana, contro eventuali sviluppi normativi e di mercato favorevoli all’invasione delle multinazionali, avevamo colto lo spirito unitario dell’iniziativa, ed il suo valore strategico a livello nazionale, e dunque lo avevamo sostenuto. La cosa, infatti, avrebbe potuto rappresentare un modello idoneo ad ispirare quelle realtà locali, in cui una pregiudizievole divisione tra rappresentanze sta in piedi per soddisfare interessi particolari ma non quello dei tassisti italiani.
Ad un certo punto del percorso, però, ciò che appariva velleitario, ha perduto la maschera e rivestito pienamente i panni della strumentalità a secondi fini. Questo punto ha coinciso con la proposta di estendere velocemente il percorso che stavamo costruendo per addivenire ad un tavolo regionale, anche alle società private fornitrici di tecnologia, quando, é cosa nota oramai, a brevissimo avremo anche una tecnologia proprietaria degli stessi tassisti italiani. Sia chiaro che, ad oggi, non abbiamo alcun pregiudizio verso i fornitori di tecnologia terzi, in quanto essi hanno consentito e consentono a tantissimi tassisti italiani di poter operare attraverso i loro organismi economici, ma i tempi scelti per questa iniziativa ci sono parsi volutamente (e inutilmente) escludenti e divisivi – piuttosto che unitari! – verso la da tutti conosciuta nascente realtà tecnologica che molti altri tassisti italiani hanno deciso di lanciare.
Auspichiamo dunque che, queste stesse sigle – ed allora saremo con loro! – vogliano realizzare una pari iniziativa per portare di fronte alle istituzioni toscane, stavolta non società tecnologiche terze, ma quei tassisti che, con le loro cooperative e i loro consorzi, si sono gettati nel più grande progetto mai realizzato dal tassismo italiano e mondiale, per la creazione di una tecnologia di proprietà degli stessi tassisti.
L’antico ideale marxiano e auspicio costituzionale della proprietà dei mezzi di produzione da parte dei lavoratori, che già il cooperativismo incarna, tocca infatti con questo progetto l’apice massimo possibile: il connubio tra capitale, mezzi di produzione, proprietà intellettuale e lavoro, ed ai pionieri che in questo progetto hanno creduto, comunque vada, andrà riconosciuta la nobiltà dell’intento.
Claudio Giudici
Presidente nazionale Uritaxi