Tra le categorie più odiate del 2014 ricorderemo forse quella dei tassisti, specie per la loro reazione all’ingresso di Uber in Italia. Non che altrove sia andata molto meglio: gli autisti di taxi hanno protestato a lungo e caldamente un po’ in tutto il mondo, all’ingresso del servizio di trasporto privato visto come un concorrente sleale.
Tuttavia, qualcuna delle loro ragioni pare condivisibile: in generale i tassisti pagano forti tasse e sono sottoposti a controlli molto più meticolosi rispetto agli autisti di Uber. In Italia, ad esempio, servono certificati specifici che abilitano all’esercizio della professione, tra i quali il CAP, il Certificato di Abilitazione Professionale, ci si deve poi iscrivere al ruolo di conducente per il servizio pubblico non di linea presso la Camera di Commercio della propria Regione, superando un test orale e scritto. Si deve infine ottenere la licenza comunale iscrivendosi a una graduatoria stilata a seguito dell’emanazione di un bando (…)
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Ultima modifica: 7 Gennaio 2015